FRANCESCO’s S.r.l.

Autore del post: Renato (per conoscermi meglio, clicca qui).

Per campare faccio un lavoro che mi appassiona ma, fortunatamente, non campo per appassionarmi solo a quel lavoro.

In realtà, ho altri interessi che mi appassionano anche più del lavoro che svolgo. Uno di questi è, sicuramente, il…

IL TIME MANAGEMENT.

In relazione a tale argomento, se non lo hai già fatto, ti consiglio vivamente di dare un’occhiata ai precedenti post, cliccando quiquiquiquiquiqui e qui, dove ho trattato alcuni aspetti sullo stesso tema.

Come al solito, ti suggerisco di accompagnare la lettura di questo post con un sottofondo musicale.

Questa volta ti propongo di ascoltare un brano dei Frankie Goes To Hollywood (per qualche informazione su questo gruppo musicale britannico, clicca qui), intitolato “The Power Of Love”

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Di solito faccio le mie proposte musicali, sostanzialmente, con delle scelte del tutto casuali (seppur dettate da mie preferenze), ma questa volta mi è piaciuto considerare una canzone intitolata “Il Potere dell’Amore” anche perché voglio fare riferimento ad un personaggio che, in misura sempre maggiore, suscita in me un grande interesse.

Mi riferisco a…

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San Francesco d’Assisi

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Tu mi dirai…

“ma che c’entra San Francesco con il Time Management?”

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Ti confesso che tale domanda mi costringe ad un immane sforzo per trattenermi dal fare una lunghissima (e noiosissima) “disquisizione” su cosa penso che c’entri ciò che è “spirituale” con la concretezza di tutta la vita.

Per il momento mi limito solo a dire che, per me, non c’è nulla di più CONCRETO della vita spirituale. Sto già pensando che in un prossimo post potrò dedicare altre mie riflessioni sullo stesso rapporto tra vita spirituale e materiale, da un punto di vista più generale.

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Adesso voglio concentrarmi, principalmente, sulla figura di San Francesco d’Assisi e per prima cosa ti invito a considerare qualche aspetto della sua storia (per altre notizie più dettagliate puoi cliccare qui).

Francesco nacque nel 1181 o nel 1182 da Pietro di Bernardone e dalla nobile provenzale Madonna Pica, in una famiglia della borghesia emergente della città di Assisi che, grazie all’attività di commercio di stoffe, aveva raggiunto ricchezza e benessere.

Tra le varie vicende della sua vita, forse una tra le più importanti è rappresentata dal momento in cui, davanti a suo padre ed al Vescovo di Assisi, Francesco si spogliò di tutti i propri vestiti, lasciandoli nelle mani del suo stesso padre che, ovviamente, non poteva che essere furioso per un tale “tradimento” da parte di Francesco nei confronti, soprattutto, di tutti i valori di appartenenza familiare e di orgoglio per il proprio lavoro e per il benessere che ne derivava.

Questa vicenda è rappresentata, in maniera sublime, da uno dei tanti affreschi di Giotto presenti nella Basilica Superiore ad Assisi.

Il fatto che Francesco abbia deciso di diventare “il poverello di Assisi”, a mio giudizio, non significa che egli abbia del tutto perso il proprio profilo di personalità che, certamente, era stato fortemente forgiato anche dallo stesso contesto familiare nel quale era cresciuto.

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Da qualche tempo, mi sto interessando nuovamente (già, negli anni passati, avevo dato un’occhiata più superficiale) ad uno strumento di valutazione delle personalità, rappresentato da un “test” che, per quanto possa presentare alcuni innegabili limiti e per quanto non sia accettato pienamente dal mondo accademico Psicologico, gode di una larga diffusione ed è ampiamente utilizzato in tanti ambiti aziendali, scolastici, clinici o in numerosi altri contesti.

Si tratta di un test che si ispira alle teorie, sui “tipi psicologici”, di Carl Gustav Jung (per informazioni su questo psicanalista e filosofo svizzero clicca qui) e sull’elaborazione del test Myer-Briggs, talvolta abbreviato come MBTI, che individua e riconosce alcune caratteristiche psicologiche, identificate attraverso una serie di domande, ed al quale ho fatto riferimento in un mio precedente post (che potrai trovare cliccando qui)

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Rifacendosi ai principi che stanno alla base di questo stesso test per la valutazione della personalità, c’è chi si è sbizzarrito a definire (forse con una certa arbitrarietà) i profili psicologici di tanti personaggi variamente famosi, considerando ciò che gli stessi personaggi avrebbero, presumibilmente, risposto alle domande dello stesso test (al quale non si sono realmente sottoposti), sulla base di idee espresse in alcune occasioni da questi personaggi e sulla base dei loro consueti atteggiamenti.

Esiste, in particolare, un “database” on-line che raccoglie un infinità di personaggi con i rispettivi profili di personalità ed, in questo stesso “database”, San Francesco d’Assisi viene presentato come un “INFP” (clicca qui, se vuoi trovare questo dato nello stesso database).

In questa sede non voglio soffermarmi sul significato completo della sigla “INFP”, limitandomi solo a sottolineare ciò che vuole indicare l’ultima lettera della stessa sigla, ovvero la “P”.

Francesco era una persona portata ad una discreta “flessibilità” nello svolgimento di ogni sua attività. Una persona capace di adattarsi agevolmente ai diversi imprevisti della vita, una persona capace di trovare dei compromessi vantaggiosi, una persona capace di negoziare, insomma, Francesco (detta in una sola parola) era pur sempre un…

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“MERCANTE”

per come lo aveva educato suo padre.

È rimasto un “mercante” anche dopo aver rinunciato di esserlo. Francesco non ha abbandonato la propria attitudine a “mercanteggiare”, al saper “scendere a patti” e lo ha dimostrato in un’altra importante vicenda della propria vita.

Infatti, San Francesco è sceso a patti con il potere papale quando, nel 1209, o secondo altri storici l’anno successivo, si recò a Roma per ottenere l’autorizzazione della regola che avrebbe governato la vita nell’ordine religioso fondato dallo stesso Santo, da parte di papa Innocenzo III (per informazioni su questo personaggio, clicca qui).

Bisogna considerare che in quegli anni, lo stesso papa Innocenzo III non aveva dimostrato particolari esitazioni a far sterminare alcune migliaia di “eretici” come i Valdesi, i Catari o altre comunità che cercavano di seguire i dettami di Gesù in modo più radicale. Tutto sommato i “fraticelli” Francescani non predicavano cose troppo diverse da tanti altri “eretici”, ma Innocenzo III capì che l’ordine religioso di Francesco poteva, finalmente, incanalare le inquietudini e il bisogno di partecipazione dei ceti più umili all’interno della Chiesa, senza porsi come antagonista a essa, quindi senza scivolare nella deriva di una “eresia”. Ciò, probabilmente, avvenne proprio grazie alla capacità di Francesco di “scendere a patti” col potere papale.

Francesco dimostrò il suo talento “manageriale” nel riconoscere che non gli conveniva tentare una inutile contrapposizione contro il (malsano) potere della Chiesa.

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Francesco capì che…

“sottomettendosi” avrebbe VINTO

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Certamente non gli conveniva farsi ammazzare, insieme ai propri seguaci, da un papa che aveva già sterminato altri che, prima di lui, avevano apertamente criticato il vergognoso asservimento della stessa Chiesa di Roma alle lusinghe della ricchezza, del potere e della corruzione.

Sia ben inteso, Francesco non fu un vigliacco che “calò le braghe” al potere. Egli seppe trarre un reale ed enorme “vantaggio” facendo riconoscere dal papa la propria “regola”. Egli seppe affermare un enorme contenuto valoriale che altri avevano rivendicato in modo non adeguato.

Francesco non rinnegò neppure una virgola dei propri VALORI.

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Francesco fu un vero LEADER

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Francesco compì un’impresa, egli fu un “imprenditore” dello spirito. E proprio questo suo talento “imprenditoriale” è dimostrato da una sua frase che ti farà capire cosa c’entra San Francesco con il time management.

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San Francesco non era, quindi, una persona che voleva fare ed ottenere “tutto subito”. Sapeva individuare le reali “priorità” in ciò che andava fatto. Sapeva capire cosa era veramente “importante” per ottenere dei risultati (i risultati che EGLI DECIDEVA e non quelli che avrebbero voluto imporre i potenti dell’epoca).

Francesco sapeva decidere cosa doveva essere compiuto prima e cosa andava fatto dopo, sapeva gestire il tempo e l’impegno che bisognava dedicare alle diverse attività.

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Francesco fu, anche, un MAESTRO DI TIME MANAGEMENT.

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Anche sulla base di queste mie riflessioni riguardanti San Francesco, proseguirò a proporti, nei successivi post, altre considerazioni riguardanti il “time management”, sempre se tu avrai la pazienza di controllare, ogni tanto, la loro comparsa nel mio blog.

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Se quello che hai trovato in questo post ti potrà essere utile, spero che ciò possa indurti a tornare a leggere i prossimi articoli del blog ‘‘QUASIZEN” che troverai digitando il suo indirizzo: http://www.quasizen.it/

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In ogni caso, voglio sempre ricordarti che tutte le cose che hai appena letto sono per lo più delle mie idee o, comunque, basate anche su preferenze, esperienze ed intuizioni personali.

Ti invito, quindi, a considerare sempre che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità valida per tutti (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

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Se tu volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Potresti anche inviare ogni tua riflessione che vorresti pubblicare su “QUASIZEN” (potrai chiedermi di farlo).

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Ciao, alla prossima (non so quando).

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