CONOSCI TE STESSO

Articolo di Renato.

Ultimamente ho ripreso ad interessarmi ad un tema che avevo, già, considerato diversi anni fa…

la Personalità.

È un tema estremamente interessante che è stato studiato da diversi psicologi e, fra essi, quello che si può considerare fra i più brillanti è stato sicuramente Carl Gustav Jung (che recentemente è diventato un po’ il mio “idolo” e sto cominciando, anche, a capire perché).

Già in un precedente articolo ho cominciato ad occuparmi di questo magnifico pensatore (per rileggere quell’articolo clicca qui) e tra le cose che sempre di più mi stanno affascinando della sua teoria sui “tipi spicologici” c’è la sua concezione riguardo la “Persona” che, sostanzialmente, può essere considerata come l’aspetto pubblico che ogni individuo mostra di sé, ovvero come egli stesso si presenta nella società (in maniera più o meno consapevole), nel rispetto di regole e convenzioni. Tale “maschera teatrale” rispecchia ciò che ognuno di noi vuol rendere noto agli altri, ma non coincide necessariamente con ciò che realmente si è.

Nella piena individuazione e realizzazione di ciò che realmente si è si deve, tuttavia, giungere alla scoperta del “Sé” che è il punto culminante del percorso di realizzazione della personalità di ogni individuo.

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Prima di proseguire con l’argomento di questo articolo, ti propongo (come al solito in questo blog) di accompagnare la lettura di questo stesso articolo con un sottofondo musicale.

Il brano che ti suggerisco di ascoltare s’intitola “Human” che, nella sua versione originale, è interpretato da Rag’n’Bone Man (per ulteriori informazioni su questo artista, clicca qui), ma che qui ti presento come “cover” interpretata da Morgan James, una cantante, cantautrice e attrice americana, apparsa in numerosi spettacoli di Broadway, tra cui Motown: The Musical, Godspell e The Addams Family.

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Con questo articolo credo di cominciare il nuovo anno nel modo migliore.

Avendo ripreso ad interessarmi al tema della “Personalità” ed essendomi “ri-innamorato” di Jung, ho anche ripescato una frase del Buddha che mi ha sempre affascinato e che può essere letta (come è tipico con il Buddha stesso) anche in chiave “psicologica”.

In realtà, la stessa frase, ha anche un significato che va oltre ciò che appare in prima battuta ma, in questo momento, preferisco limitarmi al suo significato più immediato.

Pare che Buddha abbia detto…

“quando scoprirai chi sei, riderai di ciò che credevi di essere”

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Questa, per me, è una frase fantastica che penso diventerà il mio mantra per almeno un bel po’ di anni (se non per sempre).

Nella vita, tutti noi, giungiamo a sviluppare una determinata Personalità, ovvero ciò che nel concreto siamo, nella reale vita quotidiana. Il fatto è che la nostra “personalità” spesso non coincide con la “Persona” che crediamo di essere o che vorremmo essere, non coincide con la “maschera teatrale” che presentiamo in pubblico.

Io credo, finalmente, di essere arrivato, dopo 56 anni (meglio tardi che mai), a conoscere me stesso, la mia vera personalità.

Non escludo che alcuni potranno pensare che ho impiegato troppo tempo a riuscirci ma, tuttavia, è anche estremamente probabile che le stesse persone che possono muovere questa “critica” nei miei confronti, non siano ancora andati oltre la conoscenza della loro “persona” cioè della “maschera teatrale”, ovvero del “personaggio” che si illudono di interpretare.

Sinceramente non conta molto cosa possano pensare di me certi poveri “diavoli”, non perché io sia insensibile ai giudizi altrui (anzi, sono molto suscettibile agli stessi giudizi. È decisamente uno dei miei “talloni d’Achille”), ma il fatto di aver raggiunto una buona consapevolezza della mia reale personalità mi aiuta ad andare oltre tali considerazioni.

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Volendo continuare a fare qualche ragionamento riguardo ciò che tutti noi siamo, nel concreto della vita quotidiana (che non è l’unica cosa che conta), oltre al concetto di “Personalità”, ovvero ciò che siamo in modo più profondo ed oltre il concetto di “Persona”, ovvero cosa crediamo o vorremmo essere, bisogna considerare quel che emerge di noi quando ci troviamo in una qualsiasi condizione di “stress”.

Generalmente, ciò che emerge in queste condizioni è un’ulteriore struttura comportamentale, mossa da forze psicologiche molto più profonde, presenti in ognuno di noi, ovvero ciò che configura il nostro “inconscio”, cioè contenuti di pensiero e di emozioni di cui non siamo consapevoli. Possono essere modalità di comportamento anche relativamente vantaggiose e non è detto che l’inconscio faccia sempre delle “cazzate”. In realtà, l’inconscio può anche darci una mano, quando una situazione che riteniamo pericolosa non ci da il tempo di riflettere.

Tuttavia, può anche capitare che le forze inconsce che ci dominano possono anche farci commettere degli errori, possano anche farci soffrire, soprattutto se c’è una errata interpretazione della realtà che viene considerata “pericolosa” più di quanto lo sia realmente.

Ma, non finisce qui…

C’è, ancora, un’altra componente della nostra Psiche che ci complica la vita…

il “Grillo Parlante”

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Grazie alla favola di Pinocchio, la società ci ha insegnato ad ubbidire a questa “voce” (spesso disfunzionale) della nostra stessa Psiche, ovvero il Super Ego. Certo, un controllo può anche essere utile affinché non commettiamo enormi cazzate nella nostra vita. Il Super Ego mi ha protetto da diventare un “tossico” quando, durante il mio periodo universitario, mi è capitato di ritrovarmi con un gruppo di amici che si facevano la loro “sana” canna.

In quella occasione la mia “orripilazione” morale mi ha impedito di provare quella roba che non escludo mi avrebbe anche portato ad una dipendenza difficile da scrollarmi di dosso (mi conosco, mi sarebbe piaciuto troppo soffocare certe mie “frustrazioni” con un po’ di fumo).

Il problema è che il Super Ego è quella cosa che, forse più di tutto, rappresenta un freno disfunzionale per la piena e sana espressione della nostra Personalità.

La nostra vera Personalità è fatta, innegabilmente, anche di un numero variabile di “difetti”, ma il fatto è che essa è ciò che sappiamo essere nel modo migliore, è ciò che può farci ottenere i nostri migliori risultati.

Illudersi di poter far bene qualcosa, indossando la nostra “maschera teatrale” della “persona” che vorremmo essere, credere che le forze inconsce, che inevitabilmente emergono quando ci troviamo in difficoltà (è inutile negarlo), siano la nostra unica modalità di essere, rappresenta il miglior modo per mortificare ciò che di più bello è presente nella Personalità di ognuno di noi. Ed, ancor peggio, non porre alcun argine ai freni di una “morale” che ci può anche opprimere è un altro modo per non realizzare ciò che di migliore c’è in ognuno di noi.

Io sto facendo un mio percorso di “autoconoscenza” e devo dire grazie a tante cose che mi hanno aiutato e mi aiutano in tale “impresa”. Tra queste ci sono sicuramente la meditazione, le mie capacità introspettive, lo studio di grandi pensatori come Buddha, Gesù, Lao Tzu, Jung e, soprattutto, anche un po’ di fortuna.

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Uno “strumento” che recentemente mi è stato discretamente utile è stato un test di personalità al quale ti consiglio di sottoporti se vorrai anche tu scoprire quanto sei diverso dalla “persona” che credi di essere.

Potrai, così, anche tu cominciare a sorridere, per come promesso dal Buddha e per come (fortunatamente) sto cominciando a fare anch’io.

Io devo dire che sono sinceramente contento di aver capito, anche grazie a questo test, che “tipo” sono, comprendendo così quali sono state le vere cause dei miei fallimenti (che posso sperare di non ripetere) e quali sono le cose che mi spingono ad agire, le cose che per me sono veramente importanti e belle (ho capito, anche, perché scrivo in questo blog).

Per fare questo test, clicca qui e buon “divertimento”.

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Sottolineo che non ho alcun vantaggio (economico o di altra natura) dal suggerirti di usare la risorsa online del test in questione (che, semplicemente, ho istintivamente preferito per uso personale) e se, vorrai, potrai scegliere qualsiasi altra alternativa.

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Ovviamente, prima di concludere questo articolo, ti propongo di ascoltare la versione originale del precedente brano, interpretata da Rag’n’Bone Man.

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Termino questo articolo, ricordandoti che tutto ciò che hai appena letto sono, soltanto, delle mie idee, basate anche su mie esperienze ed intuizioni personali.

Ti invito, quindi, a considerare sempre che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità valida per tutti (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

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Se tu volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Potresti anche inviare ogni tua riflessione che vorresti pubblicare su “QUASIZEN” (potrai chiedermi di farlo).

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Ciao, alla prossima (non so quando).

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