POVERO CRICETO

Autore del post: Renato (per conoscermi meglio, clicca qui).

Come si dice?

A gentile richiesta, torno ad occuparmi di un argomento che “tira”:

IL TIME MANAGEMENT.

Già in precedenti articoli ho fatto le prime considerazioni su questo tema, e se non lo hai già fatto, ti consiglio di leggerli, cliccando qui, qui e qui.

Ciò che ho la presunzione di presentare con originalità e schiettezza un tantino maggiore, rispetto a quanto dimostrato da altri che si occupano di questo stesso tema è l’idea che, molto probabilmente, non esiste un metodo valido per tutte le persone, in tutte le situazioni.

Infatti, come ho ripetutamente affermato nei precedenti articoli dedicati alla gestione del tempo (dai, si può dire anche in italiano, senza fare troppo il “figo”), l’impalcatura logica di ciò che intendo proporre, se presa così com’è, può andar bene per me (si spera), ma non è detto che vada bene per altri. Ecco perché posso solo sperare che le mie considerazioni possano, nelle migliori delle ipotesi, servirti come ispirazione per fare le tue riflessioni e rielaborare, a modo tuo, i concetti che puoi ritenere più congeniali alla tua personalità ed alle tue reali esigenze.

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Chi ha già dato un’occhiata ai miei precedenti articoli, sa bene che generalmente consiglio di accompagnare la lettura degli stessi con un sottofondo musicale. In questa occasione ti propongo di ascoltare un famosissimo brano dei R.E.M. (se vuoi qualche altra informazione su questo gruppo Rock, clicca qui), intitolato “Losing My Religion”.

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Mi sento estremamente gratificato nel proporre un “metodo” di time management, sebbene questo non possa garantire di far svolgere tutte le attività che ognuno dovrebbe portare a termine, nel tempo che ha a sua disposizione. Infatti il mio realistico interesse, fondato sul principio che non si può avere (e fare) tutto nella vita, è che anche se si può arrivare a fine giornata senza aver fatto “tutto”, la cosa realmente importante è che tu abbia fatto quelle cose (anche poche) che ti rendono, comunque, soddisfatto (non dico felice) per la stessa giornata trascorsa.

In pratica il “time management”, secondo me, non deve puntare alla quantità, bensì alla qualità di ciò che fai.

A tal proposito, è bene precisare che il concetto stesso di “qualità”, in questo caso, è del tutto soggettivo, ovvero rispondente ai VALORI individuali posseduti da ognuno di noi.

Oltre a ciò voglio ribadire che, sempre perché non siamo tutti uguali, bisogna riconoscere che un “metodo” di time management può anche non servire ad alcune persone. Potrebbe essere utile, infatti, per quelli che hanno una propensione alla “procrastinazione” (ed io spesso tendo ad essere uno di questi, anche rischiando un po’ di essere giudicato, erroneamente, come un “fancazzista”), oppure per chi ha la tendenza ad illudersi di poter fare troppe cose insieme (e, per giunta, bene) ma che, alla fine, si fa prendere da eccessiva agitazione (questo mi capita molto di meno, anche perché, se proprio mi trovo costretto ad affrontare troppe cose, tendo a risolvere questa situazione procrastinando tutte le attività che mi sembrano eccessive).

Poi ci sono quelli che hanno la sindrome del “criceto” che corre di continuo nella sua ruota (decisamente non riesco ad appartenere a questa categoria) e che, quindi, non sanno mai stare fermi a riposare. Queste persone credono di non aver bisogno di alcun “metodo” per riuscire a fare le mille cose alle quali si dedicano ogni giorno.

In verità chi non ha realmente bisogno di imparare un “metodo” per gestire il proprio tempo, probabilmente, sono soltanto i cosiddetti “logisti”. Questi sono individui tendenzialmente tranquilli, che non hanno bisogno di “schiamazzare” per farsi notare, anzi non ci tengono proprio a farsi notare (anche perché tantissimi li stimano comunque). Non hanno bisogno di imparare alcun metodo di time management perché, sostanzialmente, loro sono nati col time management nel sangue. Sono naturalmente portati ad organizzare e creare ordine per sé e per gli altri che talvolta approfittano di questo fatto (e questo è un po’ il vero cruccio dei “logisti” che, talvolta, si rendono conto di essere un po’ sfruttati, non essendo capaci di acquisire un ruolo realmente dominante e per tale motivo avrebbero voglia, ogni tanto, di mandare tutti a quel paese, giustamente).

I “logisti” sono, generalmente, razionali, precisi ed ordinati per natura, sanno dare la giusta priorità alle cose da fare e, soprattutto, sanno anche dare il giusto spazio al riposo (se gli è consentito da quelli che si approfittano di loro), non vivendo come i “criceti” che hanno il bisogno, un po’ nevrotico, di essere sempre all’opera per sentire di valere qualcosa.

Se nel mondo ci fossero solo i “logisti”, tanti autori di libri e siti web dedicati al time management potrebbero interrompere ogni loro attività e dichiarare il proprio “fallimento”.

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Ma, a parte le suddette differenze individuali che, dal mio punto di vista, sarebbero tutte legittime, sempre se consentissero di sentirsi realmente sereni a fine giornata, bisogna considerare anche il contesto in cui ognuno di noi si trova.
Non penso, infatti, che un qualsiasi “metodo” di time management sarebbe stato di particolare aiuto per uno schiavo ebreo impegnato a costruire una piramide per il faraone egizio.

Innegabilmente, determinate circostanze, nelle quali ognuno di noi si può trovare, possono rendere anche del tutto inappropriato qualsiasi “metodo” di time management. In pratica, nella vita ci vuole anche un pizzico di fortuna e, verosimilmente, risulta meglio trovarsi a fare il faraone, anziché nascere schiavo ebreo. A meno ché non ti fai amico un tipo in gamba di nome Mosè.

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Per quanto già detto, quello che intendo proporre come metodo di time management può, nelle migliori delle ipotesi, andar bene per me o per chi si trova in condizioni simili alle mie e con un bagaglio di valori simili ai miei. Tutti gli altri dovranno, invece, faticare un po’ per smontare l’impalcatura del metodo che io ho in mente e riadattarlo alle proprie reali condizioni.

Riassumendo, il mio unico obiettivo è andare a letto la sera con il sorriso sulle labbra (sperando che ci riesca anche il misero “criceto”).

Scusa se è poco!

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Dopo questa lunga introduzione, a questo punto ti voglio far conoscere due principi fondamentali per il time management.

Comincio, quindi, a raccontarti la storia del Sig. Vilfredo Pareto, uno dei maggiori economisti e sociologi italiani che nel 1897 dimostrò che in Italia circa il 20% della popolazione possedeva l’80% delle terre (ed ancora oggi è così, se non peggio, la sostanziale distribuzione di tutta la ricchezza nella popolazione mondiale). Da questa osservazione si giunse al principio generale secondo cui circa il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti o, per dirla in modo più semplice…

“la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto di cause”

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Il principio di Pareto è un risultato di natura statistico-empirica che trova applicazione in tantissimi ambiti e discipline ed, innegabilmente, risulta di enorme valore anche nel “time management”.

Questo perché, diversamente da quanto generalmente si crede, il tempo non ha un valore quantitativo, bensì qualitativo, poiché assume reale significato in rapporto alla energia mentale ed emotiva che ognuno di noi può esprimere, in un determinato intervallo dello stesso tempo, per svolgere qualsiasi attività.

È un fatto ovvio che se io nutro il massimo entusiasmo per una determinata attività, anche dedicandovi pochissimo tempo, riuscirò ad ottenere dei risultati sorprendentemente superiori a quelli che posso ottenere in un tempo estremamente più prolungato, ma nel quale non nutro alcun interesse per quello che faccio.

Questo principio può sembrare apparentemente “banale”, ma in realtà ci ritroviamo quasi tutti a trascurarlo nello svolgimento delle nostre comuni attività.

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Un’altra cosa importantissima da considerare per il time management è la cosiddetta legge di Parkinson (che, ovviamente, non c’entra nulla col lavoro che facevo fino a qualche tempo fa, come neurologo) la quale afferma che…

“Il lavoro si espande fino ad occupare tutto il tempo disponibile; più è il tempo e più il lavoro sembra importante e impegnativo”

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In pratica, più è il tempo a nostra disposizione, più tempo consumeremo per svolgere un’attività, perché lo sprecheremo. Questo principio fu elaborato da Cyril Northcote Parkinson (Barnard Castle, 30 luglio 1909 – Canterbury, 9 marzo 1993) uno storico navale britannico, autore di una sessantina di libri, il più famoso dei quali fu il bestseller “Parkinson’s Law”, che lo portò ad essere considerato un importante studioso nel campo della pubblica amministrazione.

Questo principio, sostanzialmente, si basa sull’evidenza che la nostra efficienza, generalmente, aumenta con l’avvicinarsi della scadenza per una determinata attività. Quindi più allontaniamo il momento finale del lavoro, più saremo indotti a “cazzeggiare” (e di questo io sono un esperto!) e, peggio ancora, ad occuparci di troppi dettagli dello stesso lavoro, del tutto superflui (che in francese si chiamano “minchiate”), nel suo svolgimento. Anche questa legge può sembrare come l’aver scoperto l’acqua calda, ma ti assicuro che, insieme al principio di Pareto, risulta di basilare importanza per poter strutturare un metodo di gestione del tempo che sia realistico ed efficace (e te lo dimostrerò con altri articoli).

A questo punto, termino questo post, ricordandoti che tutte le cose che hai appena letto sono per lo più delle mie idee o, comunque, basate anche su preferenze, esperienze ed intuizioni personali.

Ti invito, quindi, a considerare sempre che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità valida per tutti (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

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Se tu volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Potresti anche inviare ogni tua riflessione che vorresti pubblicare su “QUASIZEN” (potrai chiedermi di farlo).

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Ciao, alla prossima (non so quando).

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