Articolo di Renato Di Gesù (per informazioni sull’autore, clicca qui).
Per questo articolo, più che mai, sarà utile accompagnare (come di consueto in questo blog) la sua lettura con un sottofondo musicale.
Ti propongo di ascoltare uno dei brani più belli mai scritti nella storia pianistica.
Si tratta della “Rapsodia Ungherese n° 2” di Franz Liszt (sulla quale puoi leggere qualche informazione, cliccando qui), eseguita in modo decisamente “gustoso” dalla pianista Khatia Buniatishvili (della quale puoi sapere qualcosa, cliccando qui)
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Qualche giorno fa ho, probabilmente, messo a dura prova i (pochi) lettori di questo blog, proponendo un articolo, forse un tantino “ostico” che, comunque, ti suggerisco vivamente di leggere, se non lo hai già fatto, cliccando qui.
Con questo articolo di oggi, forse ancor di più, rischio grosso. Già in precedenza avevo dichiarato come non sarei, per niente, scandalizzato da chi possa pensare: “che palle i blog!” (clicca qui, per rileggere quell’articolo).
Nella società odierna, tutto va veloce, tanto veloce, troppo veloce. Tutto è immediato, breve. Non c’è più tempo per leggere (i blog o i giornali, figuriamoci i libri), non c’è tempo per pensare, non lo si vuol più avere quel tempo.
Si fa tutto subito con un click, con i social. Pensi una qualsiasi “cazzata” e la getti in pasto a centinaia, migliaia di persone con un rapido click.
E gli altri che fanno? In due minuti, al massimo, ingurgitano quella “cazzata” e con un altro rapido click ti regalano un magnifico “Like”. Facile, no?
Mica tutta quella noia di leggere qualcosa per almeno 10-15 minuti e poi riflettere per almeno altri 30-45 minuti.
Ma che sei scemo? E che palle!
Che fatica! NO, non c’è tempo!
Quindi è probabile che pochi avranno il tempo e (soprattutto) la voglia di leggere questo articolo un po’ troppo lungo.
Oltretutto tratterò argomenti che, probabilmente, risulteranno del tutto privi di significato per la maggior parte delle persone (ribadisco, so di rischiare grosso).
Non credo che saranno più di 2-3 le persone che leggeranno, con reale interesse, questo articolo un tantino troppo “impegnativo”.
Pazienza, per me va bene lo stesso, me ne farò una ragione.
Per me va benissimo anche se saranno in pochi a leggere questo stramaledetto articolo dove voglio parlare semplicemente della…
“REALTÀ”
(lo so, la prossima volta sarà meglio che faccio una premessa un tantino più breve)
Per cominciare, ti faccio qualche domanda:
Quante realtà esistono secondo te?
Si può vivere in due realtà parallele?
Si può vivere recitando due personaggi diversi nel teatro della propria esistenza?
Probabilmente no, forse bisogna fare una scelta. Oppure no, forse non è necessario.
Gesù disse qualcosa che, in qualche modo, potrebbe anche correlarsi ai quesiti che ho appena posto.
Per come è scritto in un brano del vangelo di Matteo che ti propongo in una versione “modernizzata” (che preferisco) tratta da “La Parola è Vita – PEV”, Gesù disse:
“Non potete servire due padroni: Dio e il denaro. Perché o odierete uno e amerete lʼaltro, o viceversa. Questo perciò è il mio consiglio: non preoccupatevi delle cose materiali come mangiare, bere, denaro e vestiti. Non è forse vero che la vita è più importante del cibo e che il corpo è più importante dei vestiti? Guardate gli uccelli! Non si preoccupano del cibo. Non seminano, non mietono, né fanno provviste, perché il Padre vostro che è in cielo li nutre. E voi siete di gran lunga più importanti degli uccelli per lui! Pensate forse che tutte le vostre preoccupazioni possano allungarvi la vita anche di un solo momento? E perché preoccuparsi dellʼabbigliamento? Guardate i gigli di campo, non si preoccupano del loro. Eppure io vi dico che nemmeno il re Salomone in tutta la sua gloria ha mai avuto un vestito così bello! E se Dio si cura tanto dei fiori, che sono qui oggi e domani non ci saranno più, non avrà certamente più cura di voi, o uomini di poca fede? Perciò, non preoccupatevi affatto di avere cibo e abiti a sufficienza! Perché essere come i pagani? Sono loro che vivono per queste cose e se ne preoccupano fino in fondo. Ma il vostro Padre che è in cielo sa già perfettamente che ne avete bisogno. E ve le darà volentieri, se voi cercherete prima il Regno di Dio e la sua giustizia. Perciò, non siate ansiosi per il vostro domani. Sarà il domani stesso a portarvi nuove preoccupazioni. Preoccupatevi di un giorno per volta”.
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ADORO GESÙ, lo adoro non nel senso “religioso” della parola, bensì come adoro mia moglie e mia figlia, come adoro una bella giornata primaverile, come adoro le parole di Buddha o di Lao Tzu.
Adoro Gesù perché è stato uno delle più grandi espressioni della spiritualità umana, è stato uno dei più grandi ma non è stato l’unico. Ciò non toglie nulla alla sua grandezza ed a me non importa nulla fare certe stupide classifiche, non ho alcun bisogno di certe idiozie per “adorare” Gesù.
Adoro tutto ciò che ha detto anche se, ad essere sincero, chi mi ha aiutato maggiormente a comprenderlo sono stati altri grandi uomini illuminati della storia, come Buddha o, ancor di più, Lao Tzu.
Questo perché sono stati tutti grandi pensatori ispirati e tutti hanno parlato sempre di un unico messaggio, un’unica Verità che ognuno di loro ha cercato di offrirci con parole apparentemente diverse.
La Verità è unica, ma non può essere espressa col pensiero, con le parole ed è per tale motivo che tutti questi grandi esseri spirituali non sono riusciti (se non in rari casi) a farci comprendere completamente la Verità.
E, probabilmente, loro lo sapevano, sapevano di essere “incompresi”, ma non gli importava nulla. Forse non desideravano convincere nessuno della Verità, perché essi stessi ERANO la Verità.
Tra tutti, purtroppo per lui, Gesù è stato quello più “sfigato”, perché lo abbiamo pure ammazzato per la Verità che rappresentava, ma che non eravamo disposti ad ammettere (sulla morte e, soprattutto, sulla resurrezione di Gesù potresti leggere un mio precedente articolo, cliccando qui).
Poi, per farci “perdonare” ci siamo inventati una “religione”, tanto per far credere di averlo compreso. Come se ciò bastasse per tenere in vita l’eredità che aveva lasciato.
Poveri illusi!
In realtà, abbiamo inventato una “religione” in crisi. Il cristianesimo è in crisi dal 33 d.C., come il buddismo è in crisi da quando è morto il Buddha e tutte le religioni nascono in crisi da quando muoiono le persone che le hanno ispirate, pur non appartenendo a quelle stesse religioni.
Gesù (che, per l’appunto, non era cristiano) ci ha detto che non si possono servire due padroni e così, dopo un po’, alcuni “furbetti” hanno pensato di far credere ai poveri miserabili della terra che sia giusto fare i “buoni”, che sia giusto rinunciare ai beni della terra perché lo avrebbe detto Gesù.
Ci hanno fatto credere che ci sono due mondi: uno, quello terreno, al quale rinunciare per essere “premiati” nell’altro mondo, nel Regno dei Cieli.
Ma la Verità è un’altra e l’ha detta chiaramente anche Gesù.
Non esistono due mondi, il Regno di Dio è tra di noi, è…
QUI ED ORA!
Infatti, nel vangelo di Luca (sempre nella stessa edizione PEV) si narra che un giorno, i Farisei chiesero a Gesù: “Quando comincerà il Regno di Dio?” Gesù rispose: “Il Regno di Dio non si avverte da segni visibili. Non si potrà dire: Eccolo qui, da questa parte, o eccolo là. Il Regno di Dio è già in mezzo a voi!”
A questo punto torno alla domanda iniziale e spiego pure perchè l’ho fatta.
Si può vivere in due “realtà” parallele?
Si può vivere mantenendo una visione “spirituale” della vita in un mondo che, sostanzialmente, se ne frega di questa visione?
Forse si, se si considera che in realtà non esiste una vera distinzione tra queste due “realtà”, semplicemente perché la “realtà” è unica.
Quindi non m’importa nulla di fare una scelta, non me ne frega nulla di convincere chi non ha alcun interesse per una visione spirituale della vita, una visione “transpersonale” della quale (forse) parlerò ancora in altri articoli e che io stesso sto provando a percepire, per quanto ancora in modo, forse, un po’ troppo “approssimativo”.
Non credere che io mi riferisca a qualcosa di trascendente o “esoterico”, preferisco la concretezza della vita e non ho alcuna voglia di perdere tempo con vaneggiamenti “pseudoreligiosi”.
Non penso di essere in preda ad una (pseudo) “crisi mistica”. Non mi pare di aver bisogno di prendere del SERENASE ed, oltretutto, continuo sempre ad apprezzare le “gustose” esecuzioni di Khatia Buniatishvili.
Non me ne frega nulla di andare ogni domenica a messa a battere il mio pugno sul petto, senza neppure sapere cosa significhi realmente quel gesto (che tanti “scimmiottano” semplicemente perché certi “bacchettoni” ci hanno detto che si deve fare).
Preferisco restare con i piedi per terra, provando a gustare la mia consueta quotidianità, fatta di affetti, famiglia, amicizie, lavoro (questo, solo quanto serve) ed altre cose realmente significative della mia vita (queste, il più possibile), giocando anche a sembrare un po’ “scemo”, come generalmente mi capita (probabilmente per camuffare i miei “malumori” e le mie insicurezze).
Tuttavia, un’ultima cosa che desidero sottolineare è che, forse, un’altra frase pronunciata da Gesù, quando si confrontò con il diavolo nel deserto – “non di solo pane vivrà l’uomo” – andrebbe presa in maggiore considerazione perché può essere, semplicemente, un invito a cercare (quasi “egoisticamente”) tutto ciò di cui abbiamo veramente bisogno.
E, probabilmente, non c’entra molto la “religione” ed andare a messa ogni domenica (vabbè, sono un po’ fissato con questa faccenda; se proprio ci tieni, vacci pure a messa ogni domenica), non siamo obbligati, neppure, a rinunciare al pane che, anzi, è alla base di tutto (come ha anche cercato di spiegare un tale di nome Maslow, di cui ho già parlato in un precedente articolo che ti invito a rileggere, cliccando qui) ed è una delle cose che “il vostro Padre che è in cielo sa già perfettamente che ne avete bisogno. E ve le darà volentieri” (come Gesù stesso ha provato a dirci e non so se lo avevi già notato, leggendo il precedente brano del vangelo di Matteo che ti ho proposto).
Tutto qui, non volevo dirti niente di speciale o di particolarmente originale.
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Se avrai la pazienza di proseguire la lettura di questo articolo, fino a giù in fondo, forse potresti decidere di continuare a seguire questo blog per riflettere, insieme a me, su certe cose che ti proporrò anche in seguito, almeno fino a quando non ti stancherai e comincerai a pensare che non è proprio il caso di avere a che fare con quelle stesse cose.
Per me va bene tutto, tanto lo sapevo di “rischiare” grosso.
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Se hai già finito di ascoltare il precedente brano di Liszt, ti suggerisco di ascoltare un altro celebre brano pianistico, per riprenderti dalla fatica di aver letto questo articolo.
Si tratta della famosissima “Fantasia-Improvviso” in Do diesis minore op. 66 di Fryderyk Chopin (se vuoi qualche informazione su questo brano, clicca qui), interpretata in modo sempre molto “gustoso” dalla pianista Lola Astanova (per maggiori informazioni su questa artista, clicca qui).
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A conclusione di questo articolo, ti ricordo sempre che tutto ciò che leggi in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità assoluta (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).
Ti ricordo, inoltre, di “passare voce” (se vorrai) ed informare altre persone dell’esistenza del blog “QUASIZEN” (puoi, ad esempio, utilizzare i “pulsanti” in cima ad ogni articolo per condividerlo anche nei social).
Se vorrai spiegare cosa vi si può trovare, potresti accennare a quanto ho scritto in un precedente articolo che potrai trovare cliccando qui. Ti ringrazio anche per questo.
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Se, inoltre, volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com
Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Oppure, potresti anche inviare un tuo articolo che vorresti pubblicare su “QUASIZEN”.
Ciao, alla prossima (non so quando).
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