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Il tema che ti propongo oggi nasce da alcune domande che mi sono posto.
Cosa posso fare io per un mondo che sta sprofondando nel baratro della guerra e della povertà? Possono bastare un po’ di chiacchiere per migliorare le cose? Credo che, nella maggior parte dei casi, non bastino. Di solito sono necessari anche i fatti. Ed è per questo che non sono del tutto convinto che sia sufficiente scrivere su un sito per fare qualcosa di realmente utile.
Oltretutto non si può pretendere che io pensi cose del tutto sensate o particolarmente originali ed, inoltre, è assolutamente certo che non dico neppure la VERITÀ (se vuoi sapere perché, clicca qui).
Ma prima di annoiarti troppo con i miei sproloqui, ti invito (come al solito) ad ascoltare un po’ di musica. Oggi è la volta di Madonna (se vuoi avere qualche notizia su di lei, clicca qui).
Il brano che ti propongo di ascoltare è “Hung Up”.
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Continuando a parlare del tema di oggi, non voglio dedicarmi a commentare (retoricamente) certe vicende che ci vengono date “in pasto” dai media soltanto per tenere elevato il loro “audience” in modo da farci “ingurgitare” tutti i messaggi pubblicitari infilati tra le notizie (la pubblicità è il vero obiettivo di tante cose). Non voglio commentare le guerre in corso (nel periodo in cui sto scrivendo) in medio-oriente o in Ucraina. Non voglio commentare le migrazioni di interi popoli, causate oltre che dalle guerre, anche dalla loro povertà (che a noi fa comodo) e dai mutamenti climatici che avvengono nel mondo (anche a causa nostra). Non voglio esprimere giudizi sulla crisi economica che, sempre di più, attanaglia la vita di tante famiglie anche nei paesi teoricamente più “fortunati”, come il nostro. Non voglio parlare di queste cose tragicamente reali perché, in realtà, desidero dedicare questo mio articolo di oggi a qualcosa di più “generico” che può, anche, sembrare apparentemente meno importante.
Voglio solo affermare che ho l’impressione che la nostra società abbia perso di vista, quasi del tutto, i fondamentali presupposti che diano un reale senso all’esistenza di ogni essere umano. Ad essere sincero, penso che questa condizione riguardi, in particolare, un po’ tutto il mondo cosiddetto “civilizzato”.
Già in un precedente articolo (se vuoi rileggerlo, clicca qui) ho espresso la mia opinione riguardo il senso della vita, condividendo con te uno dei miei nuclei di pensiero su questo tema (per sapere cosa intendo per “nuclei di pensiero”, clicca qui).
Probabilmente il senso della vita si correla anche al soddisfacimento di alcuni importanti bisogni. È per questo motivo, quindi, che voglio proporti ciò che ha contribuito a far sviluppare alcune mie riflessioni. Oggi leggerai qualcosa sulla cosiddetta piramide dei bisogni di Maslow che è una rappresentazione schematica e visuale della gerarchia dei bisogni umani. Trovo che la stessa piramide di Maslow sia tra le più geniali rappresentazioni di dinamiche mentali e comportamentali che agiscono nell’essere umano. Come ho letto su Wikipedia (da dove faccio un po’ di “copia-incolla”), Abraham Harold Maslow fu un geniale psicologo statunitense, noto per la sua teoria sulla gerarchizzazione dei bisogni, basata sul soddisfacimento prioritario dei bisogni umani innati fino a culminare nell’autorealizzazione. Maslow guidò un gruppo di psicologi durante la fondazione dell’Associazione di Psicologia Umanistica, il cui programma prevedeva di “studiare le dinamiche emozionali e le caratteristiche comportamentali di un’esistenza umana piena e vitale”. Il manifesto della stessa Associazione di Psicologia Umanistica, formulato nel 1964, prevedeva che, in contrapposizione ad una visione dell’essere umano meccanicista e determinista, è necessario valorizzare l’autorealizzazione, la creatività e le scelte.
Nella grande corrente della psicologia umanistica si può trovare, quindi, il tentativo di definire un nuovo concetto di “salute”. L’individuo “sano”, in questa prospettiva, sarebbe colui che giunge alla propria “autorealizzazione” e non solo ad essere un semplice “adattato”.
Maslow descrisse, nella sua teoria, una gerarchia di necessità umane che, vengono rappresentate in una piramide dove alla sua base troviamo i bisogni “fisiologici” di ogni essere umano (ma anche di ogni altro animale) come il bisogno di nutrirsi, di bere, di dormire, il bisogno di evitare il dolore e le necessità sessuali. Ad un piano superiore della stessa piramide troviamo i bisogni di “sicurezza”, come ad esempio di sicurezza fisica o economica. Al piano superiore troviamo i bisogni di “appartenenza sociale” che si correlano con l’amicizia, la coppia, la famiglia e con ogni organizzazione sociale. Ad un livello ancora più alto troviamo il bisogno di “stima” al quale si correlano sentimenti come fiducia, competenza, libertà ed i bisogni di attenzione, apprezzamento, riconoscimento, reputazione, status, dignità, fama e gloria. All’apice della piramide troviamo il bisogno di “autorealizzazione” ovvero una “motivazione di crescita”, una spinta al raggiungimento di un sentimento di completezza esistenziale.
Man mano che una persona riesce a soddisfare un determinato livello delle proprie necessità, ne sorgono delle altre di un livello superiore. Nell’ultima fase si troverà l’autorealizzazione, che non è altro che il livello che si correla alla felicità piena ovvero ad uno stato di adeguata armonia esistenziale.
Ma purtroppo, quel che mi pare più che evidente oggi è che, ormai, ci troviamo condannati ad una condizione di “perfetti consumatori”, limitandoci solo a soddisfare i nostri bisogni localizzati nei livelli inferiori della nostra “piramide” .
Il sistema consumistico che ci domina ci rende continuamente dipendenti dal soddisfacimento dei soli bisogni inferiori, in quanto questi possono essere più facilmente monetizzati e, pertanto, siamo diventati così tanto “ubriachi” da tutto ciò che consumiamo che il cervello della maggior parte di noi non ha più i sufficienti neuroni attivi per dedicarci a ciò che consentirebbe il soddisfacimento degli altri bisogni che ci distinguono dalle bestie.
Parole come amore, stima, rispetto, fiducia, creatività, spiritualità ormai, rischiano di essere considerati solo dei “suoni” senza più alcun significato per la massa di ubriachi che vaga per le strade.
Seppure sia innegabilmente necessario soddisfare prima i bisogni più basilari, ogni essere umano non potrà mai sentirsi pienamente realizzato se non dedicherà ogni sua energia al raggiungimento di un sentimento di completezza esistenziale per il quale non sono sufficienti i beni materiali dei quali è pur sempre legittimo godere.
Non sono così ingenuo da negare il valore della pagnotta, della salute, dei soldi (figuriamoci del sesso o del divertimento), ma senza un appropriato soddisfacimento dei nostri bisogni più elevati non potremo mai aspirare alla felicità, non potremo mai percepire il pieno significato della nostra vita.
Finché daremo valore solo ad un “efficientismo” vuoto di significato, ad una nevrotica ricerca del “risultato”, finché continueremo a essere schiavi di un sistema economico, politico e culturale alienante rischieremo solo di sopravvivere, anziché vivere. Continuando a trascurare i nostri bisogni più nobili, in nome di una presunta “concretezza”, in nome di un cinico “pragmatismo”, in nome di uno sterile materialismo, rischieremo solo di soccombere in una misera estinzione della nostra specie (o, almeno, della nostra società), svuotata della necessaria motivazione di esistere.
Potremo evitare questa triste fine? Sinceramente, temo che ne saremo capaci solo dopo esserci fatti un gran male, sbattendo il grugno contro il nostro destino. Forse solo allora smetteremo di “ubriacarci”.
Lo so già che tanti penseranno che tutte queste “chiacchiere” non serviranno a nulla e che non c’entrano nulla con le guerre o con le calamità naturali.
Può anche darsi, dopo tutto sono solo “chiacchiere” di un ubriaco, come tanti, accasciato ai piedi della propria piramide.
Oppure no.
Forse potrei riuscire a migliorare qualche cosa, potrei riuscire a fare, finalmente, cose che mi soddisfino veramente. Dovrei “solo” cominciare ad occuparmi seriamente dei piani alti della mia piramide.
Ci sto provando e spero di riuscirci. Provaci anche tu, se ti va.
A questo punto, ringraziandoti per la pazienza che hai dedicato alla lettura di questo articolo, concludo con un’altra proposta musicale. Si tratta di un brano degli ABBA (un gruppo musicale del quale puoi conoscere di più, cliccando qui).
Ascoltando un loro brano dal titolo “Gimme! Gimme! Gimme! (A Man After Midnight)” sono sicuro che ti accorgerai della presenza di “qualcosina” in comune con il brano di Madonna che hai ascoltato prima.
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Mi auguro che, se tornerai a leggere i prossimi articoli, potresti anche (perché no) “passare voce” ed informare altre persone dell’esistenza di QUASIZEN.
Se, inoltre, volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com
Accetterò ogni commento, giudizio o, anche, insulti. Si accettano anche quelli.
Ciao, alla prossima (non so quando).
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