CHI SONO

Autore del post: Renato (per conoscermi meglio, clicca qui).

Negli articoli più recenti ho presentato qualche riflessione su un argomento abbastanza concreto: la gestione del tempo che possiamo dedicare alle nostre attività, ovvero per dirla in maniera più “figa”

IL TIME MANAGEMENT

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Stando ai dati statistici che mi vengono forniti dalla stessa piattaforma con la quale “costruisco” il mio blog “QUASIZEN”, ho riscosso un discreto successo, con un buon incremento di lettori dei miei articoli. Questo mi consente di provare l’ebrezza di una “levitazione” dal pavimento in preda ad uno stato di narcisistica estasi. Quindi, in pratica, potrei sentirmi un po’ alla Carlo Verdone…

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La cosa non mi sorprende. É più facile “vendere” le cose concrete che non le semplici chiacchiere o quelle che vengono considerate (da alcuni) semplici “chiacchiere”.

Ma come ho già scritto nei precedenti post, “ognuno è fatto per come è fatto” e, pertanto, per alcune persone sono importanti alcune cose, mentre per altri sono importanti altre cose.

Io ho deciso (ormai da anni) di interessarmi al “time management” non solo per mie esigenze concrete, ma anche per rispondere ad un bisogno di maggiore armonia tra i miei valori e la vita nel suo concreto svolgimento, cercando sempre in essa qualcosa che la rendesse (per me) piena. E non credere che ci sia, ancora, riuscito del tutto. Ma, tutto sommato, se si arrivasse ad un punto da ritenere la propria vita completamente “piena”, che motivo avremmo di continuare a viverla?

In definitiva, il “time management” per me non ha un valore assoluto, ma solo un significato “tattico” affinché io riesca a seguire, per quanto realmemte possibile, i miei VALORI nel loro fondamentale ruolo “strategico” per la mia stessa vita.

Ecco perché non intendo rinunciare a trattare, in questo blog, anche temi apparentemente meno concreti ma che, in realtà, io ritengo che siano i GROSSI SASSI della vita (se hai esaminato con attenzione il mio precedente post sai cosa intendo e se vuoi rivederlo clicca qui), sia per me che per tante altre persone, ammesso che abbiano voglia di rendersene conto.

In realtà, non mi importa tanto se i lettori dei miei articoli potranno ridursi di numero, sentendosi delusi da altri contenuti apparentemente meno concreti.

Innegabilmente i “numeri” possono anche contare, ma non sono tutto nella vita, soprattutto se si tratta solo di dedicarsi ad un piccolo “passatempo” come quello di fare il blogger senza, neppure, guadagnarci un centesimo.

In ogni caso voglio rassicurare coloro i quali saranno soltanto curiosi di leggere qualcos’altro sul “time management”, tornerò presto a scrivere altre cose, direttamente dedicate a questo stesso argomento.

Con tutti gli altri, adesso, voglio condividere alcune mie considerazione su un altro importante tema che, comunque, potranno tener presente anche contestualizandolo nella loro vita reale e nella gestione del proprio tempo.

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Come spesso faccio nel blog “QUASIZEN”, ti suggerisco di proseguire la lettura di questo articolo con un sottofondo musicale. Si tratta di un brano intitolato “My Favorite Mistake”, cantato da Sheryl Crow (se vuoi qualche informazione su questa accattivante cantante/chitarrista Pop, Country, Folk statunitense, clicca qui)

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Già in un precedente post (se vuoi rileggerlo, clicca qui) avevo fatto alcune riflessioni su un quesito che (potrebbe essere) centrale per ogni individuo, chiedendosi…

CHI SONO?

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In quel post avevo fatto alcune considerazioni oltre alle quali adesso desidero aggiungerne delle altre, sottoponendole alla tua lettura. Alla fine di questo stesso post troverai, inoltre, qualche altro strumento di “riflessione” che potrebbe interessarti.

In pratica, per cominciare, ti vorrei far leggere un estratto da un paragrafo che si trova in entrambe le copie di due diversi “librettini” che avevo scritto alcuni anni fa (quando mi illudevo che qualcuno potesse aver voglia di acquistare le mie “opere” letterarie).

Dato che tra tutte le cose che scrissi in quei libri, ritengo che alcune non corrispondano più a ciò che ho maturato in seguito nel mio pensiero, adesso preferisco offrirti solo un estratto al quale continuo ad essere abbastanza “affezionato”.

In quel paragrafo scrissi che…

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Noi tutti sentiamo di esistere ed ognuno sente di essere un Sé, cercando continuamente di “vedere” questo Sé. È come se volessimo osservare direttamente la nostra nuca. Sottolineo la parola “direttamente”, perché ciò è ben diverso dal riuscire a vedere la propria nuca, ad esempio, con due specchi. Quando vai dal barbiere ed, al termine del taglio dei capelli, ti fa osservare il bel lavoro che ha fatto, utilizzando uno specchio che orienta verso la tua nuca, tu riesci a vedere l’immagine che da quello specchio viene proiettata all’altro specchio più grande che hai davanti a te. Così tu “credi” di vedere la tua nuca ma, in realtà, vedi la sua immagine riflessa da due specchi.

Noi sentiamo di essere un Sé e per tutta la vita cerchiamo di vedere, appunto, quel Sé non riuscendo mai in tale impresa. È la condanna di tutta la nostra esistenza. Il Sé cerca costantemente se stesso senza mai riuscirci, in quanto l’unica cosa che può fare è essere testimone di ciò che è altro da Sé.

La lingua non può leccare se stessa ed il Sé non può “vedere” se stesso, anche se ha la tormentosa certezza di esistere. È terribile! Sai di esistere ma non ti vedi e ti senti cieco. Sei assetato e non trovi l’acqua. E per questa tragica condanna cominci presto a cercarti e, fin dalla più tenera età, speri che quello che gli altri dicono di te sia ciò che disperatamente cerchi. Ma il fatto è che c’è chi dice che sei “buono” e c’è chi dice che sei “cattivo”, a seconda delle diverse circostanze e convenienze (degli altri).

Cominci anche a credere che l’immagine che tu hai di te ti consenta di conoscere te stesso. Ma il problema è che un giorno ti vedi bello ed un altro giorno ti vedi brutto. Poi le cose si complicano ancora quando cominci a confrontare queste fantasiose immagini con gli altri. Ti guardi intorno ma, in realtà, sei sempre alla ricerca di te stesso.

E così vivi un’intera vita sentendoti sempre insoddisfatto perché cerchi solo ed unicamente te stesso e non lo trovi mai. Stai tutto il tempo a parlare con la gente, con tua madre e con tuo padre, con tua moglie o con tuo marito, con l’amico, con il collega e sei, continuamente, alla disperata ricerca di quel te stesso che senti che esiste ma che non trovi mai. Tuttavia, la verità è semplice: puoi leccare tutto, tranne che la tua lingua.

Non puoi trovare te stesso nell’immagine del buon figlio/figlia che hai voluto/dovuto essere per un bel po’ di tempo, non puoi trovare te stesso nell’immagine del buon marito/moglie che hai voluto/dovuto essere, non puoi trovare te stesso nell’immagine dell’uomo o donna di successo che freneticamente hai cercato di essere per una vita, non puoi trovare te stesso nell’immagine dell’uomo sano e forte che vorresti essere per sempre ma che, purtroppo, ad un certo punto diventerà vecchio e probabilmente anche malato.

Ad un certo punto ti rendi anche conto che la gente muore e cominci a rattristarti perché non hai ancora trovato te stesso e, prima o poi, morirai anche tu. E tu non ti arrendi, continui a cercare per una vita, ma la verità è sempre quella: puoi leccare tutto, tranne che la tua lingua.

E se tu smettessi di cercare?

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A quel punto troveresti te stesso! Tu sei il testimone di tutto ciò che accade intorno a te anzi, in realtà, sei anche testimone di ciò che accade a te stesso. Non sei il bambino bravo o cattivo, l’uomo bello o bruto, forte o debole, intelligente o stupido, capace o incapace, ricco o povero, cattolico o musulmano, bianco o nero, di destra o di sinistra.

Quel Sé che hai cercato per una vita è semplicemente il TESTIMONE di tutto ciò. Se sei bello sei te stesso, ma lo sei anche se sei brutto e non è escluso che il brutto di oggi possa diventare il bello di domani.

Non cercare te stesso in tutte queste immagini, anzi smetti proprio di cercare e ti troverai. È semplice, basterebbe smettere di provare a leccare la propria lingua.

Purtroppo lo hai fatto per una vita, è diventata un’abitudine e ci cascherai ancora tante altre volte, non t’illudere!

Ma ora lo sai che non serve a niente, che è solo tempo perso e che l’unica cosa che puoi fare è ammirare, con infinita gratitudine, tutto quello che c’è in te ed intorno a te anche se…

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non è il tuo vero Sé.

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A conclusione di questo post voglio proporti alcuni video, trovati su YouTube, che probabilmente possono rappresentare un’integrazione (anche più “concreta”) alle mie riflessioni. Ovviamente ti invito a trascurare l’aspetto commerciale di certe cose che ascolterai (il momento “marchetta” di alcuni autori). Non è questa la cosa più importante da considerare, fermo restando che ognuno è libero di spendere i propri soldi come meglio crede.

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Non escludo che, per alcuni, le cose lette in questo post o ascoltate nei video proposti possano risultare banali, troppo semplici, considerandole anche dei luoghi comuni (insomma, delle enormi cazzate).

Sono estremamente contento per quelle stesse persone che hanno già capito tutto della vita. Sono sicuro che potranno perdonare chi, come me, ci sta arrivando solo adesso, all’attuale età dei miei 56 anni, a comprendere (in modo realmente profondo e sincero) certe cose così “ovvie”.

So di non essere del tutto solo.

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Termino questo post, ricordandoti che tutte le cose che hai appena letto sono per lo più delle mie idee o, comunque, basate anche su preferenze, esperienze ed intuizioni personali.

Ti invito, quindi, a considerare sempre che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità valida per tutti (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

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Se tu volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Potresti anche inviare ogni tua riflessione che vorresti pubblicare su “QUASIZEN” (potrai chiedermi di farlo).

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Ciao, alla prossima (non so quando).

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