NON SERVE

Articolo di Renato (per informazioni sull’autore, clicca qui).

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Adesso, come sempre in questo blog, potrai accompagnare la lettura di questo stesso articolo con un sottofondo musicale che, in questo caso, è rappresentato da un brano di Shakira, la famosa cantante colombiana che si fa apprezzare anche per la sua attitudine alla danza del ventre (per ulteriori informazioni, clicca qui). La canzone che ti suggerisco di ascoltare s’intitola “Rabiosa”

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In questo articolo voglio continuare a condividere alcune mie considerazioni riguardanti la meditazione che, innegabilmente, è un tema che mi sta molto a cuore e del quale mi sono già occupato in precedenti occasioni (clicca sui seguenti titoli di precedenti articoli: “ERBA GATTA”, “ATTIMI”, “BUFALA”).

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Tanti si avvicinano alla stessa meditazione cercando ciò che, tuttavia, non serve a nulla. Forse, l’ho fatto anch’io e non escludo che, ancora, non abbia smesso di cercare in essa quello che, in realtà, non mi servirà mai.

Tanti credono che la meditazione sia solo una “tecnica” per rilassarsi. Ma la verità è che non si medita per stare calmi, si cerca la calma per poter meditare.

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Probabilmente, la Meditazione è un po’ come far girare una ruota, muovendola con una mano. Tu dai una spinta e la ruota continua a girare. Poi, dopo un po’, devi dare un’altra spinta affinché la ruota continui a girare. Con la Meditazione fai una cosa simile. Dai una “spinta” alla consapevolezza di ciò che è la Verità, di ciò che basta: il Puro Essere nel Presente ed il Presente nel Puro Essere.

Ma dopo un po’ dimentichi, dopo un po’ la ruota si ferma. A meno che non gli dai un’altra “spinta”, a meno che non pratichi costantemente la Meditazione.

La meditazione non è pensare a qualcosa, non è desiderare qualcosa, è uno spazio di silenzio, è un atteggiamento che risponde (non concettualmente) ad alcune domande:

Da dove stai guardando?

In veste di “cosa” stai guardando?

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La Meditazione (come altre pratiche come lo Yoga o certe arti marziali più “spirituali” come l’Aikido o il Tai Chi) è del tutto inutile se smetti di praticarla quando termini di praticarla, perché allora vuol dire che non la stavi realmente praticando. È una pratica inutile se cerchi solo che sia “utile” in un determinato momento, è una pratica inutile se ti ostini a cercare solo in essa qualcosa che, in realtà, già esiste in tutto il resto. La meditazione non ci arricchisce finché non si comprende di essere già completi.

Può anche essere “semplice” capirlo, ma è difficilissimo esserlo. Ed, infatti, io sono ancora abbastanza lontano da tutto ciò, malgrado ogni mia narcisistica presunzione.

Forse, l’unico modo per percepire la completezza di sé stessi è abbandonare sé stessi. Forse, è come diventare farfalla, rinunciando di essere un bruco. Forse, quello che alcuni definiscono “risveglio” può realizzarsi solo dopo essersi addormentati, abbandonando quello che credevano uno stato di veglia che, in realtà, appartiene a ciò che crediamo di essere, a ciò che costituisce la falsa immagine che noi abbiamo di noi stessi, il nostro ego. Ma non è facile prendere questa decisione, ci vuole coraggio a far morire il proprio ego per far nascere il proprio puro Essere.
Anche perché l’ego non potrà mai capire che non esiste nulla che nasca e non esiste nulla che muoia veramente, non esiste quell’io per il quale diamo tanta importanza alla sua stessa vita (mica siamo fessi, generalmente nessuno ha fretta di crepare). L’ego non potrà mai capire che il Puro Essere è Eterno e che in esso vive anche l’ego stesso. L’Ego penserà che tutte queste sono solo idee folli. Avrà bisogno di pensarlo per sopravvivere alla propria paura di non esistere.

Che l’ego resti attaccato alle “cose” del mondo è inevitabile, è normale, è giusto. Che il Puro Essere sia oltre tutto ciò, che il Puro Essere contenga l’ego e che sia testimone dei legami dell’ego stesso, non necessita che l’ego si liberi da quegli stessi legami. Puro Essere ed Ego sono due dimensioni della stessa realtà che coesistono, devono coesistere e l’una non contraddice l’altra. Possono (devono) essere in armoniosa Unità.

Tutto ciò può diventare più chiaro grazie alla pratica della meditazione, anche se non è che chi non pratica la stessa meditazione abbia qualcosa in meno di chi la pratica. Non è che chi non pratica la meditazione non viva la stessa realtà di chi la pratica. Non è che il Puro Essere abbia bisogno di un “fesso” che, ogni giorno, se ne stia mezz’ora seduto a terra, ad occhi chiusi, tutto concentrato sul proprio respiro. La meditazione è del tutto superflua per il Puro Essere. La realtà è nel Puro Essere ed il Puro Essere è nella realtà, nel Presente, sia che ci sia un “fesso” che medita sia che quel “fesso” pensi e faccia altro. Il Presente è solo presente, tutto qui.

Ecco perché il bello della meditazione, forse, è proprio comprendere che ne puoi fare del tutto a meno, comprendere che la meditazione…

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NON SERVE proprio a nulla.

Ma questo lo si può comprendere, probabilmente, solo meditando.

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Ovviamente tutte le cose che hai appena letto sulla meditazione sono, soltanto, delle mie idee, basate anche su mie esperienze personali.

Ti invito, quindi, a considerare sempre che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità assoluta (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

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Se tu volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Potresti anche inviare ogni tua riflessione che vorresti pubblicare su “QUASIZEN” (potrai chiedermi di farlo).

Ciao, alla prossima (non so quando).

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