BUFALA

Articolo di Renato (per informazioni sull’autore, clicca qui).

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Per accompagnare la lettura di questo stesso articolo ti suggerisco un sottofondo musicale, col quale potrai ascoltare un brano di Moby. Di questo stesso artista ho già proposto qualcosa in un precedente articolo (che puoi trovare, cliccando qui) e devo dire che, solo recentemente, ho avuto modo di apprezzarlo molto per la sua capacità di usare una notevole varietà di ritmi elettronici, arrangiamenti e numerosi campionamenti che si associano a contenuti legati alla sua cultura in ambito filosofico, la sua spiritualità e il suo attivismo per i diritti degli animali che, sostanzialmente, rappresenta il senso della sua vita. Infatti, egli stesso ha dichiarato che se gli fosse data la scelta, preferirebbe essere un attivista per i diritti degli animali piuttosto che un musicista successo (per altre informazioni su questo artista, clicca qui)

Il brano che ti propongo di ascoltare è intitolato “Extreme Ways” la cui traccia è stata utilizzata in particolare alla conclusione di tutti e cinque i film della serie Bourne, composta da episodi di thriller d’azione basati sul personaggio Jason Bourne, un assassino della CIA affetto da amnesia dissociativa, interpretato da Matt Damon.

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In questo articolo voglio parlare di un tema che, il più delle volte, è reso ridicolo dall’ipocrisia di chi ne decanta il valore.

L’ASSENZA DI GIUDIZIO

Questo concetto è anche legato alla pratica della meditazione e ciò amplifica tutta l’ipocrita retorica che ne deriva.

Infatti, uno dei principi fondamentali della stessa meditazione dovrebbe essere, appunto, “l’assenza di giudizio” ma, a mio parere, pochi sanno veramente cosa significhi (o dovrebbe significare) essere “non giudicante”.

Come se la nostra mente potesse essere non giudicante. Ma neanche quando dormi sei non giudicante! Pure nei tuoi sogni giudichi, eccome!

Un cervello che non giudica è, sostanzialmente, un cervello di un morto.

Tuttavia, tutti quelli che meditano, spesso si mettono seduti a terra, ad occhi chiusi, a scimmiottare il Buddha, illudendosi di riuscire a “non giudicare”

Certo, arriverà il momento quando tutti riusciremo facilmente a farlo: nella bara!

Ma prima di quel momento ci potremo limitare solo a far finta di riuscirci, potremo nascondere agli altri, se non a noi stessi, tutti i nostri giudizi. Semplicemente faremo un esercizio di ipocrita silenzio verbale, almeno fin quando sarà conveniente farlo, per non offendere qualcuno sul quale, in cuor nostro, rivolgiamo una bella quantità di critiche, ben nascoste e che saremo pronti a tirar fuori, magari in occasione di un futuro scontro.

Ma, allora, come si fa ad essere non giudicante?

Forse la verità è che esiste una dimensione di noi stessi che è “non giudicante” senza alcuno sforzo.

È la dimensione del Puro Essere, ovvero di quel “processo” esistenziale (chiamalo “Spirito”, se vuoi) che si correla ad uno spazio di Coscienza che osserva, che è testimone di ogni cosa. Fa solo quello, osserva e basta, non giudica. Per il giudizio ci pensa la mente, l’Essere non ne ha alcun bisogno.

Ed è proprio questo il punto: con la meditazione (quella vera) puoi scoprire che solo l’Eterno Essere è già non giudicante, in quanto ciò è una sua caratteristica distintiva.

Ovviamente devi fare vera pratica di meditazione che è come sbucciare una cipolla.

È riscoprire il nostro vero Essere, che credevamo di aver perduto. Da bambini eravamo solo nell’Eterno Essere, con l’Eterno Essere e vivevamo tutto dall’Eterno Essere. Poi, crescendo si sono sovrapposte tutte le sovrastrutture della nostra mente, a strati, come in una cipolla. E ci siamo dimenticati di chi siamo veramente.

Con la meditazione vai fino in fondo, sbucci la cipolla e ritrovi te stesso, il vero Essere anche se non butti via il resto della stessa cipolla, perché ti appartiene. C’è voluto così tanto tempo e fatica per crearsi, che senso ha buttarla via?

La meditazione non è pensare a qualcosa, non è desiderare qualcosa, è uno spazio di silenzio, è un atteggiamento che risponde (non concettualmente) ad alcune domande:

Da dove stai guardando?

In veste di “cosa” stai guardando?

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Ripeto, non devi darti delle risposte pensando a qualcosa, devi sentire la risposta, sentirti come risposta. I giudizi continueranno ad arrivare (la mente non può smettere di farlo), i pensieri continueranno a riempire la tua testa, ma non dovrai cercare la risposta in essi.

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Non credere che io sia riuscito a mettere in pratica tutto ciò. Sento che mi manca ancora qualcosa. Ed è proprio questa la fregatura! Credere che manchi qualcosa.

In realtà ciò che cerchiamo già c’è, qui ed ora, da sempre e per sempre.

Forse sono un po’ più vicino (lo spero) alla “meta” di quanto lo siano altre persone, ma non la raggiungerò mai se continuo a desiderare di raggiungere la stessa “meta”.

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Ma una cosa, per me, è certa: senza l’aiuto di una vera pratica meditativa, l’assenza di giudizio è solo una…

BUFALA!

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Avrei altre cose da dire su questo tema, ma per il momento mi fermo qui. Potrò sempre continuare in qualche altro articolo.

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Spero che ciò che hai appena letto sia stato di tuo gradimento e ti ringrazio, quindi, per l’attenzione che hai dedicato.

Ti invito, tuttavia, a considerare sempre che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità assoluta (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

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Se tu volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Potresti anche inviare ogni tua riflessione che vorresti pubblicare su “QUASIZEN” (potrai chiedermi di farlo).

Ciao, alla prossima (non so quando).

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