ATTIMI

Articolo di Renato Di Gesù (per informazioni sull’autore, clicca qui). 

In questo articolo ho scritto delle cose trovandomi in preda ad una vena “mistica” (abbi pazienza, mi capita ogni tanto) e, quindi, leggerai qualcosa che non so se troverai particolarmente interessante (anche se non lo escludo).

Pertanto, oggi più che mai, può essere utile un po’ di buona musica come sottofondo (come di consueto in questo blog) durante la lettura di questo stesso articolo.

Il brano che ti propongo s’intitola “Every Breath you Take”, una canzone dei “The Police” cantata, in una particolare versione live, da Sting (se vuoi qualche informazione su questo artista, clicca qui).

Buon ascolto

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Adesso siediti in posiziona comoda, lascia perdere tutto il resto e leggi.

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Attimi. Accadono degli attimi nei quali senti una luce e vedi un calore. Attimi nei quali percepisci il vuoto, il silenzio, lo spazio dell’esistenza. Attimi nei quali cessa tutto e senti il Tutto, senti il Divino, senti il Tao.

Senti il Puro Essere

Può accadere in qualsiasi momento, è un attimo, accade anche (e soprattutto) quando pratichi la meditazione, quando lasci perdere chi sei e senti da dove stai osservando ed in veste di cosa stai osservando. E resti lì, tutto il tempo che riesci, ad osservare. Nel tempo che non è tempo. Nel presente

Accade in qualsiasi momento, anche quando non pratichi meditazione, sono attimi eterni, sempre lì, pronti ad essere percepiti se solo ti fermi a guardare, respirando, guardando la vita al ritmo del tuo respiro, quando lasci perdere il caos che abbracci di continuo, credendo di non poterne fare a meno (ora forse puoi capire il senso del “motto” che ho creato per il mio blog e che puoi leggere sotto il nome “QUASIZEN”).

Accadono attimi, difficili da spiegare, anche perché quando tenti di spiegarli te ne allontani. 

Attimi che puoi anche chiamare Dio, anche se, chiamandoli in qualsiasi modo, li perdi.

Quando ci pensi, quando ne parli lo perdi anche se continua ad esistere. 

Come ho già scritto in un precedente articolo (se vuoi rileggerlo, clicca qui), quando chiesero a Carl Gustav Jung se credesse in Dio, egli rispose “adesso lo so. Non ho bisogno di credere”. 

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Ci sono attimi di silenzio tra le note del concerto della vita. 

Quando lo sai, non hai bisogno di crederci.

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Perché sto scrivendo tutto ciò? Forse perché sento il bisogno di dimostrare qualcosa? 

Certo, soprattutto per questo, ne ho bisogno soprattutto quando non sento il silenzio di quell’attimo. E non m’importa negarlo. È un mio limite ed un mio vanto.

Ma lo sto scrivendo anche per informarti che quel silenzio è lì, sotto il tuo naso, tutto per te. Tutto per noi. 

Io non ho nulla da darti, perché tu hai già tutto. Io ti sto solo informando.

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Detto tutto ciò, come al solito, concludo ricordandoti che potresti (perché no?) “passare voce” ed informare altre persone dell’esistenza del blog “QUASIZEN” (puoi, ad esempio, utilizzare i “pulsanti” in cima ad ogni articolo per condividerlo anche nei social).

Se vorrai spiegare cosa vi si può trovare, potresti accennare a quanto ho scritto in un precedente articolo che potrai trovare cliccando qui. Ti ringrazio anche per questo.

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Se, inoltre, volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Oppure, potresti anche inviare un tuo articolo che vorresti pubblicare su “QUASIZEN”.

Ciao, alla prossima (non so quando).

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Per leggere una copia della licenza

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