AUTOEROTISMO

Articolo di Renato (per informazioni sull’autore, clicca qui).

Come di consueto, per accompagnare la lettura di questo articolo ti suggerisco di ascoltare un po’ di buona musica, come sottofondo.

Oggi ti propongo un brano interpretato da Violet Orlandi, nata il 17 febbraio 1995 a San Paolo, in Brasile, dove ha sviluppato il suo interesse per la musica in giovane età, frequentando una scuola di musica locale. È una YouTuber, cantautrice, produttrice, Tiktoker, star di Instagram e musicista nota soprattutto per le sue cover di molte canzoni famose.

Tra queste c’è la bellissima “Take Me To Church” che, nella sua versione originale, era stata presentata da Hozier (se vuoi qualche informazione su questo artista, clicca qui). Ed è, appunto, questo brano che ti suggerisco di ascoltare, reinterpretato da questa “interessante” ragazza.

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Perché ho intitolato questo articolo, “autoerotismo”?

Perché, probabilmente, ciò che mi spinge a scrivere ancora in questo blog è una sorta di “autoerotismo mentale”. Scrivere mi procura piacere, non posso negare che lo faccio per una sorta di “compulsione”, anche se devo ammettere che comincio già ad avere voglia di smettere.

Perché continuare a farlo?

Certo, in questo blog mi occupo, anche, di altri argomenti che sono ben contento di divulgare, come ho fatto nel precedente articolo che ti invito vivamente a leggere, cliccando qui.

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Tuttavia comincio a non aver più voglia di scrivere riguardo certi temi più “spirituali”, probabilmente perché, in questo ultimo periodo, comincio ad essere un po’ più consapevole di una cosa:

IO SONO L’OSSERVATORE, MA L’OSSERVATORE NON È L’IO, IN QUANTO ANCHE LO STESSO IO È L’OSSERVATO.

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Immagino che qualcuno potrebbe pensare: “ma che c…..zo stai a dire? Cosa significano queste farneticazioni?”

Ed, a questo punto, dovrei esporre tutto ciò che giustifica quella mia stessa affermazione (che, oltretutto, non credo che sia solo mia, almeno nel suo sostanziale significato).

In realtà, sono sempre più convinto che sia un grosso errore essere talmente tanto ossessionato dal dovere dimostrare che qualcosa è la verità, quando nessuno sarebbe capace di dimostrare il contrario, se non limitandosi a rifiutare la stessa verità.

E la cosa buffa è che la prima a rifiutare alcune verità è proprio la mia mente, pur non riuscendo a motivare tale rifiuto, se non con un semplice “non ci credo”.

Infatti, rifiutando alcune verità, il più delle volte ci si limita a dire quel “ma che c…zo stai a dire?” di cui ti facevo cenno prima.

È un po’ come dire che Dio, il Puro Essere non esiste, senza avere alcuna argomentazione per avvalorare tale affermazione se non rifiutando la semplice evidenza che proprio il Puro Essere (chiamalo Dio, chiamalo Tao o la Forza di Guerre Stellari, chiamalo come cavolo ti pare, tanto il suo nome non conta nulla) è la Verità.

È proprio l’ossessione di voler “dimostrare” Dio, di voler “convincere” qualcuno di qualcosa che, spesso, ha indotto alla creazione di tante “religioni”. Chi, invece, è certo di qualcosa non sente alcun bisogno di “predicare” nulla con le parole, perché preferisce spontaneamente vivere attivamente ed in prima persona quella stessa Verità.

Già in un precedente articolo (che puoi trovare, cliccando qui) avevo fatto riferimento ad una frase che sarebbe stata pronunciata da San Francesco d’Assisi:

“predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole!”

In pratica, credo di sentirmi con uno stato d’animo simile a quello di Francesco. Sentire che qualcosa è una esperienza evidente mi potrebbe anche bastare e comincio a non aver più voglia di “spiegare” quella stessa cosa.

Quindi, almeno per il momento, ti dovrai accontentare di leggere e rileggere la mia precedente affermazione riguardo l’io inteso come “osservatore”.

Forse, in qualche altro articolo futuro mi spiegherò meglio (se avrò voglia di farlo).

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A conclusione di questo articolo, mi sembra doveroso proporti l’ascolto della stessa canzone che hai sentito prima, eseguita questa volta dal suo interprete originale, ovvero Hozier.

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Ringraziandoti per l’attenzione che hai dedicato a questo articolo, ti chiedo, come al solito, di “passare voce” (se vorrai) ed informare altre persone dell’esistenza del blog “QUASIZEN” (puoi, ad esempio, utilizzare i “pulsanti” in cima ad ogni articolo per condividerlo anche nei social).

Se vorrai spiegare cosa vi si può trovare, potresti accennare a quanto ho scritto in un precedente articolo che potrai trovare cliccando qui. Ti ringrazio anche per questo.

In ogni caso, sarà sempre bene considerare che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità assoluta (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

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Se, inoltre, volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Potresti anche inviare ogni tua riflessione che vorresti pubblicare su “QUASIZEN” (potrai chiedermi di farlo).

Ciao, alla prossima (non so quando).

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