ORICE

Articolo di Renato Di Gesù (per informazioni sull’autore, clicca qui).

Una società sempre più complessa, per forza di cose, richiede di essere governata da chi, sempre di più, deve saper fare.
Il problema è che più sai fare, meno sai pensare. E più sai pensare, meno sai fare e non puoi, pertanto, governare il mondo, per come si sta evolvendo.

Ecco perché la nostra società è destinata a passare da una fase di evoluzione a quella di involuzione (che, probabilmente, è già in corso) se non rinuncia, almeno in parte, all’eccesso di complessità e del fare, riscoprendosi capace anche di ESSERE.

Non è facile che ciò avvenga, in quanto, la società è fatta da individui, ma non è la semplice somma di tutti gli individui.

Nel suo processo storico, la stessa società è indirizzata da forze che le appartengono e che non sono facilmente governabili dai singoli individui e, neppure, dall’insieme di tutte le persone.

Forse è possibile che esistano delle dinamiche sociali simili a quelle che agiscono in natura, secondo leggi “darwiniane”. La società, pur essendo “creata” dagli individui, è capace con proprie energie collettive a selezionare alcuni di quegli stessi individui che meglio sono adeguati alla sua autorealizzazione. In pratica gli uomini “creano” un ambiente che poi risulta capace di selezionare autonomamente alcuni uomini che sono più utili alla sua stessa esistenza, anche a costo di danneggiare la stessa umanità che costituisce quella società.

Tutto ciò è paradossale, lo so, ma non escludo che sia reale (ciò che sta accadendo nel mondo, negli ultimi anni, non mi pare che contraddica quanto sto descrivendo).

È COME UN CANCRO!

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Sinceramente, non sono sicuro che esista una soluzione per quello che sta accadendo (o, perlomeno, la stessa soluzione non è nelle mani dei singoli individui), perché ogni eventuale azione utile alla salvezza di tale mondo dovrebbe essere compiuta da qualcuno che sappia fare, pensando anche a ciò che fa.

Ma chi può vincere contro coloro che sanno fare tutto meglio di tutti, coloro che la stessa società ha selezionato per la propria (apparente) sopravvivenza e che, pertanto, hanno dovuto perdere completamente ogni capacità di pensare?

Non sono sicuro che esista una soluzione, ma non sono disposto ad una resa incondizionata.

Venderò cara la mia pelle!

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Non credo proprio di essere io il Massimo Decimo Meridio che salverà il mondo, sono troppo “introverso” per poterlo fare, so solo pensare (ed anche molto bene!) e non so fare altro con altrettanta naturalezza (almeno, senza un’immane fatica) e non basta affidarmi al conforto rappresentato solo dalle scene dei film.

Il mondo sta per essere depredato di ogni residua sensibilità umana.

Nel mondo esistono prede e predatori ed io non mi sento un predatore, ma farò di tutto per ferire violentemente chi mi assale (come ho già fatto in passato), come un’Orice della Namibia fa con le sue possenti corna contro le bestie che la aggrediscono (clicca qua, se vuoi sapere qualcosa sull’orice), anche se solo raramente soccombe il predatore per le violente ferite inflitte dalla stessa orice…

… purtroppo ciò accade solo raramente (o non accade se la preda si “difende” limitandosi a narcisistiche fantasie, magari anche scrivendole in un blog).

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Ciò che accade, in ogni caso, rispetta una legge della storia dell’umanità che non è mai stata smentita.

I tiranni non vengono mai sconfitti dai popoli, vengono sconfitti, inesorabilmente, sempre da sé stessi.

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Concludo questa mia disquisizione “sociologica” con un’intima convinzione: c’è qualcosa di superiore a ciò che può fare qualsiasi singolo individuo che, come ho affermato prima, non può possedere la “soluzione” per ciò che sta accadendo alla nostra società. C’è qualcosa che va oltre ciò che è ogni individuo, qualcosa che contiene tutta la realtà e che è più grande della stessa realtà, qualcosa di Puro ed Eterno, qualcosa che Esiste indipendentemente da tutto.

A me piace chiamarlo Puro Essere, ma non è il suo nome ciò che conta (c’è chi lo chiama Dio, chi lo chiama Tao). Ciò che conta è che la sua Verità darà Significato a qualsiasi cosa accadrà alla nostra società, la sua intrinseca Verità è ciò che rappresenta il Significato della nostra stessa esistenza.

Non conta nulla dargli un nome, non conta nulla limitarsi a pensarlo, limitarsi a parlarne. Conta solo esserne in intimo contatto esperienziale.

Ecco perché continuo ad avere una realistica fiducia nel futuro.

Ecco perché concludo questo articolo proponendoti l’ascolto di un brano, intitolato “Why Does My Heart Feel So Bad”, realizzato da Moby (per alcune informazioni su questo artista, clicca qui).

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Adesso ti chiedo, come al solito, di “passare voce” (se vorrai) ed informare altre persone dell’esistenza del blog “QUASIZEN” (puoi, ad esempio, utilizzare i “pulsanti” in cima ad ogni articolo per condividerlo anche nei social).

Se vorrai spiegare cosa vi si può trovare, potresti accennare a quanto ho scritto in un precedente articolo che potrai trovare cliccando qui. Ti ringrazio anche per questo.

In ogni caso, sarà sempre bene considerare che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità assoluta (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

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Se, inoltre, volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Potresti anche inviare un tuo articolo che vorresti pubblicare su “QUASIZEN”.

Ciao, alla prossima (non so quando).

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