RICARICA

Post di Renato.

Lo ammetto, è da una vita che la cerco. Ti assicuro, non è per niente divertente trascorrere ogni minuto del giorno alla ricerca di qualcosa che non trovi mai. Ti svegli la mattina e ti accorgi che ti manca qualcosa; vai a letto la sera e sei convinto di non averla ancora trovata (e quindi, domani, devi ricominciare a cercare).

E CHE PALLE!!!

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Dove diamine è questa benedetta FELICITÀ?

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Ti do una bella notizia

credo di aver capito dove si “nasconde”.

Anche per questo post (come di consueto nel blog QUASIZEN), ti suggerisco di leggerlo in compagnia di un sottofondo musicale. Si tratta di un bellissimo brano dei Dire Straits (per maggiori informazioni su questa mitica band, clicca qui) intitolato “Brothers In Arms” ed interpretato, in un concerto del 2007, dal leader degli stessi Dire Straits, Mark Knopfler che si è esibito senza i vecchi compagni della stessa band. Questo magnifico cantautore, chitarrista, produttore discografico e compositore di colonne sonore britannico, nato a Glasgow, in Scozia e cresciuto vicino a Newcastle upon Tyne, in Inghilterra, ha co-fondato con suo fratello minore, David Knopfler, nel 1977 il loro famoso gruppo rock.

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Non è un caso che ho scelto proprio questo brano e questa interpretazione “anziana” fatta dallo stesso Mark Knopfler. Ascoltando questa canzone, decisamente, non credo che tanti avranno voglia di mettersi a ballare allegri e sorridenti ed, oltretutto, quel “vecchietto” alla chitarra non trasmette (alla maggior parte della gente) proprio il massimo della felicità.

A questo punto, però, vorrei fare alcune considerazioni su certe cose. In precedenti post di questo blog ti ho già parlato di Carl Gustav Jung, acennando qualcosa riguardo la sua teoria dei “tipi psicologici” che lo stesso Jung distingue, fondamentalmente, in “introversi” ed “estroversi” (per rivedere i precedenti articoli, clicca qui e qui). Ti avevo, anche, invitato a sottoporti ad un test di personalità (clicca qui, se non lo hai ancora fatto) che deriva dalle stesse teorie Jungiane, con il quale avresti potuto scoprire quale “tipo” psicologico ti caratterizza.

Se lo stesso Mark Knopfler si sottoponesse a quel test, è probabile che risulterebbe essere un “ISTP” (mi sembra molto plausibile ed , oltretutto, questo è quello che è affermato in un sito, un po’ “particolare”, dove vengono raccolti tutti i profili psicologici di personaggi famosi, anche del passato e se vuoi vedere il profilo dello stesso Knopfler, clicca qui) e, come puoi vedere, nella sigla “ISTP” la prima lettere è la “I” che sta ad indicare che Knopfler è (molto probabilmente) un “introverso”.

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I concetti di “introversione” ed “estroversione” sono generalmente considerati (parlandone al bar) come sinonimi di “timidezza” e “sfrontatezza”. Certo, è vero, spesso gli estroversi sono persone che amano stare in compagnia di altra gente, amano essere attivi e gioiosi, parlano volentieri in pubblico e se ottengono, pure, qualche applauso sono veramente soddisfatti. Gli introversi, invece, spesso preferiscono stare soli e se, per caso, si trovano in mezzo a tanta gente si sentono decisamente a disagio, facendo di tutto per nascondersi un po’ e sudando freddo se devono parlare in pubblico. In pratica, gli introversi si sentono un po’ degli “incapaci” (forse, sto descrivendo me stesso).

Ma non è detto che gli introversi siano solo dei timidi o che lo siano sempre. Ad esempio, sempre secondo il suddetto sito con il “database” delle personalità, Brad Pitt o Tom Cruise sono degli “introversi” e se io mi sentissi “imbranato” come loro sarei proprio contento.

In realtà, gli introversi non sono per nulla degli incapaci (forza e coraggio, ho qualche speranza!) e non è detto che siano (sempre) timidi. Io stesso, in determinate circostanze, so essere “esuberante”, allegro, coinvolgente ed anche tendenzialmente chiacchierone in pubblico (e delle volte so anche essere abbastanza “affascinante”).

La verità è che le condizioni di “introversione” ed “estroversione” hanno più a che fare con una cosa che si chiama…

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ENERGIA

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In un precedente articolo di questo blog (che potrai trovare, cliccando qui) avevo proposto un video realizzato da Luca Mazzucchelli, psicologo, psicoterapeuta, pubblicista e brillante divulgatore anche su YouTube, il quale spiegava come per ognuno di noi l’energia sia la cosa che ci definisce più di tutto.

Ora, se parliamo di energia, possiamo immaginare che ognuno di noi abbia le proprie “batterie” dalle quali consumiamo energia per vivere e che devono essere ricaricate costantemente per essere e, soprattutto, sentirci vivi.

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Ritornando alla domanda iniziale di questo post, ovvero dov’è la felicità, direi che la cosa più importante sarebbe, prima di ogni cosa, definire…

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COS’È LA FELICITÀ

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Lo ammetto, nella mia vita ho fatto mille “acrobazie” mentali per rispondere a questa domanda. Ho trovato mille risposte diverse, anche ognuna più bella delle altre.

Ad esempio, un tale di nome Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, detto anche Totò (se vuoi sapere qualcosa in più su questo grande personaggio, clicca qui), fece un’affermazione in merito.

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Il Mahatma Gandhi disse che “la felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in armonia e devo dire che questa affermazione è tra quelle che più preferisco.

In ogni caso, per la maggior parte della gente (me compreso, tante volte) è più facile pensare che la felicità possa essere rappresentata da immagini di questo tipo…

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oppure di quest’altro tipo…

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Non credo che tanti siano sinceramente conviti che la felicità possa essere espressa da una immagine come quella che segue…

Io, ho trascorso un’intera vita a chiedermi dove e cosa sia la felicità. Ed essendo un “genio” delle belle parole mi sono, anche, inventato qualche frase ad “effetto”, del tipo…

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LA FELICITÀ È COME L’AMORE, NON PUOI DEFINIRLA A PAROLE, COME NON PUOI FARLO PER IL PROFUMO DELLE ROSE CHE TUTTI CONOSCIAMO, MA CHE NESSUNO PUÒ DESCRIVERE.

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Certe volte, mi faccio paura per come sono “poetico”. Ma certe altre volte, quando ero in fase un tantino meno ottimistica, ho anche pensato cose di questo tipo…

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LA FELICITÀ NON ESISTE, IN QUANTO È SOLO UNA PAROLA CHE MI DISTRAE DALLA REALTÀ.

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Quest’ultima è una frase che scrissi in un libro che avevo realizzato alcuni anni fa, intitolato “L’INFELICITÀ NON ESISTE” (un librettino che posso fornire gratuitamente come pdf a chiunque me lo richieda ed il cui contenuto, tuttavia, ho anche un po’ oltrepassato negli anni, pur continuando ugualmente ad esserne orgoglioso). In quel libro, rifacendomi a tutte le cose che avevo acquisito dalle mie precedenti letture, principalmente riguardanti la tradizione buddista arricchita alla luce di una visione cristiana dell’esistenza, tentavo di spiegare che è proprio una “nevrotica” ricerca della felicità che ci allontana da essa e che, in realtà, l’infelicità esiste solo nel passato (nei nostri attaccamenti) e nel futuro (nei nostri desideri = pretese), ma non nel presente che diventa, quindi, sinonimo della stessa felicità.

Sempre sullo stesso tema della felicità ho fatto mille riflessioni ed ho scritto altri due “librettini” che puoi trovare su Amazon, cliccando qui e qui. Non credere che siano chissà ché ed, anche se sono piuttosto soddisfatto per averli scritti, in realtà alcune cose che puoi trovare in questi stessi libri rappresentano, per me, qualcosa di parzialmente superato.

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Adesso credo di aver raggiunto un livello di consapevolezza un po’ diverso rispetto al passato e desidero condividere con te ciò che, finalmente, ho compreso riguardo la stessa felicità.

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Prima ho fatto cenno al fatto che per ognuno di noi è come se esistessero delle “batterie” dove accumulare la propria energia vitale. Se vogliamo fare una metafora, riguardo il vero significato dei termini “introverso” ed “estroverso” per Carl Gustav Jung, bisogna considerare questi stessi termini come strettamente connessi alla nostra stessa “energia” vitale.

È come se gli estroversi, per ricaricarsi (per ricaricare le proprie “batterie”), funzionino come un dispositivo a “pale eoliche”, quindi hanno bisogno di muoversi in continuazione. Invece, gli introversi, si ricaricano come con un “pannello solare”, quindi hanno bisogno di stare fermi il più possibile.

È questa la sostanziale differenza tra i due tipi psicologici (non c’entra nulla la timidezza o la sfrontatezza!).

Un introverso per ricaricarsi resta solo a casa, dorme per tante ore oppure legge un buon libro e facendo cosi si sente ricaricare, si sente vivo, si sente FELICE.

Un estroverso, invece, per ricaricarsi, per sentirsi analogamente vivo e felice, deve stare in compagnia e muoversi, anche tanto.

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Il fatto è che ognuno dei due NON CAPISCE cosa ci sia di così bello in quello che fa l’altro ed il fatto è che, spesso, gli introversi (ne so qualcosa, io) vedendo come sono allegri ed euforici gli estroversi li invidia un po’ (l’ho fatto tante volte), perché non si rende conto che la sua felicità sta proprio in quella calma di cui lui ha estremo bisogno (ma di cui si vergogna un po’, in un mondo “dominato” dagli estroversi non certo perché sono la maggioranza, ma solo perché sono più “rumorosi”), così come l’estroverso ha lo stesso bisogno e per lo stesso motivo di stare in movimento (poverino, è schiavo della sua stessa frenesia).

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In pratica, sono estremamente convinto che in entrambi i casi, la felicità possa coincidere proprio con quella condizione di “ricarica” che ognuno attua a modo proprio. In entrambi i casi si realizza il flusso vitale di ognuno, il “flow” psicologico ed energetico di ognuno. In entrambi i casi, quella è la condizione che ognuno non vorrebbe che cambiasse (ammesso che sia realmente consapevole di ciò che rappresenta per se stesso).

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Ecco perché sono estremamente fiducioso sul fatto che Mark Knopfler sia una persona molto felice, soprattutto quando suona la sua chitarra e non gliene frega nulla di fare tanta “caciara”.

Quindi, mi rivolgo a tutti gli introversi come me…

TU SEI GIÀ FELICE!

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L’importante e non continuare a cercare la stessa felicità in ciò che non sei.

Io, ad esempio, in questo momento che sono tranquillo, nel mio studio di casa, a scrivere questo articolo nel mio blog, sono FELICISSIMO!

Ovviamente, è innegabile che la stessa felicità possa essere espressa anche in modo diverso, come in una canzone interpretata da Ricky Martin (per qualche informazione su questo artista, clicca qui) ed intitolata “Livin’ La Vida Loca”.

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Ti assicuro che la mia estroversione “inespressa” mi fa molto apprezzare le bellezze della vita che girano intorno ad un estroverso come Ricky, per come si vede nel video.

Termino questo articolo, ricordandoti che tutto ciò che hai appena letto sono soltanto delle mie idee, basate anche su mie esperienze ed intuizioni personali.

Ti invito, quindi, a considerare sempre che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità valida per tutti (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

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Se tu volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Potresti anche inviare ogni tua riflessione che vorresti pubblicare su “QUASIZEN” (potrai chiedermi di farlo).

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Ciao, alla prossima (non so quando).

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