ABISSO

Post di Renato.

Si può essere grati di aver toccato il fondo?

Si può anche essere stati bravi, ma in ogni caso c’è voluta anche della fortuna. A me è successo, ho toccato il fondo e lì ho scoperto me stesso.

Ero sprofondato in un abisso nel quale non riuscivo a capire qual’era il significato della mia esistenza.

Ti voglio offrire alcuni spunti di riflessione su certe cose, ma per continuare a leggere questo articolo, potresti farlo con un sottofondo musicale che ti suggerisco, come al solito in questo blog. Ti propongo di ascoltare un brano intitolato “That I Would Be Good”, interpretato da una stupenda artista che si chiama Alanis Morissette (per conoscerla meglio, clicca qui).

.

Riprendo a raccontare di come, qualche anno fa, mi è capitato di provare una sgradevolissima (a dir poco) sensazione di “vuoto esistenziale” (legato, anche e soprattutto, a “particolari” condizioni lavorative).

Tutti sentiamo di esistere e crediamo di conoscere la vera natura della nostra stessa esistenza. Viviamo su un pianeta che è solo un puntino nell’universo, un puntino che noi consideriamo così speciale.

Speciale per cosa?

.

È così tanto speciale una singola goccia d’acqua spruzzata in alto, solo per un attimo, dal mare in tempesta, credendo di esistere indipendentemente dallo stesso mare al quale appartiene? Dov’è il valore di quella goccia d’acqua? Dov’è la sua grandezza?

Nel mare, in ciò da dove ha avuto origine e dove tornerà ad esistere nella sua vera grandezza. Siamo tutti piccole gocce d’acqua, gocce di quell’energia originaria dalla quale iniziò l’esistenza dell’universo.

Già in un precedente post, di questo blog, avevo proposto qualcosa di utile per comprendere il significato di quella ENERGIA della quale siamo diretta espressione (se vuoi ritrovare quell’articolo, clicca qui). Più di recente (nel post che ho realizzato prima dell’attuale, clicca qui se vuoi rileggerlo) ho anche esposto come l’energia possa essere un elemento fondamentale nel determinare il nostro modo di essere, il nostro “tipo psicologico”.

.

Se ci pensiamo bene, possiamo solo riconoscere di essere tutti piccoli, ma partecipi tutti della stessa grandezza di quell’energia originaria. Siamo tutti equamente grandi nella nostra appartenenza a quell’unica energia che ha generato tutto. Siamo tutti energia e nessuno conta alcunché solo per se stesso. Non più di quanto conti una singola goccia del mare.

Io ho avuto la fortuna (ed anche un po’ di bravura, perché negarlo?) di comprendere certe cose che non sono, poi, così scontate per tutti. C’è chi non lo ha mai capito e c’è chi rischia di non capirlo mai, semplicemente perché non ha la struttura psicologica adeguata per raggiungere questa consapevolezza. C’è chi rischia di restare SOLO e senza alcuna speranza di capire qual è il vero significato della propria esistenza.

Probabilmente esistono almeno due tipi di solitudine, quella di una perla in fondo al mare e quella di una foglia morta, caduta dall’albero dove viveva insieme a tutte le altre foglie. Si può vivere, pensando di essere una perla e poi scoprire di essere una foglia morta.

Conosco, in particolare, una persona che ha avuto questo triste destino e potrei anche provarne pietà.


Purtroppo avevo temuto che fosse capitato anche a me, avevo creduto di essere caduto da un albero, ma poi ho capito che mi sbagliavo, per fortuna non era quello che veramente mi era capitato e posso solo essere grato a Dio di tutto ciò. Non mi sono trovato nella triste condizione di ritrovarmi con un pugno di mosche nella mano, così come è successo, invece, ad altri. I latini dicevano “quisque faber fortunae suae”, io dico “cazzi suoi!”.

È vero, siamo tutti piccoli, minuti, quasi il nulla nell’immenso. Potremmo anche scegliere di spegnerci, annichilirci, soccombere sotto il peso della nostra pochezza oppure svegliarci ed esprimere tutta la luce che risplende in noi. Basta, solo, rendersi conto della bellezza della perla che esiste nel profondo del nostro animo.

Non è necessario illudersi di essere ciò che di più grande esista (per poi ritrovarsi a terra, nella propria disperata solitudine, come una foglia morta), non serve illudersi di essere al centro di tutto, è del tutto inutile cercare la felicità in queste illusioni egoiche.

.

Si può restare soli, come capita a certe persone, oppure rendersi conto di essere unici (o, quantomeno, rari). Nulla ci costringe a non far risplendere tutta l’energia alla quale apparteniamo. Possiamo far risplendere la nostra luce, per quanto minuta (come una perla), ma appartenente all’Eterno Divino (all’oceano del Puro Essere), se solo abbiamo la fortuna (e la capacità) di esserne consapevoli.

Non smettiamo di credere in quella Luce che risplende anche in noi. Anche a costo di non essere compresi, anche a costo di sentirsi rifiutati da chi si illude di trovare la felicità nei singoli pensieri, nelle emozioni o nelle cose esteriori dell’esistenza (come la ricchezza o il potere) che non hanno alcun senso, se non sono gioiosa espressione di qualcosa di più grande di noi.

Tutto ciò ha un nome…

CONSAPEVOLEZZA

.

La consapevolezza non è uno “stato”, bensì un “processo” che auguro a tutti di vivere, anche a quelle persone che potrebbero non meritarselo. Credo che potresti, anche, far buon uso (con le tue capacità e con il tuo libero e personale modo di agire) di ciò che ti ho proposto in un altro articolo, dove ho fatto cenno a ciò che potrebbe aiutare tanta gente a conoscere sé stessi (clicca qui per ritrovarlo).

In ogni caso, non è necessario che tu faccia le mie stesse scelte, spero solo di poter ispirare le tue e se ciò che stai leggendo in questo blog ti sarà utile per il tuo libero cammino di consapevolezza, non potrò che esserne felice.

.

Termino questo articolo, ricordandoti che tutto ciò che hai appena letto sono soltanto delle mie idee, basate anche su mie esperienze ed intuizioni personali.

Ti invito, quindi, a considerare sempre che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità valida per tutti (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

.

Se tu volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Potresti anche inviare ogni tua riflessione che vorresti pubblicare su “QUASIZEN” (potrai chiedermi di farlo).

.

Ciao, alla prossima (non so quando).

.

Per leggere una copia della licenza

visita il sito web:

https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/legalcode

o spedisci una lettera a Creative Commons,
PO Box 1866, Mountain View, CA 94042, USA

.