OCCHI NUOVI

Articolo di Renato Di Gesù (per informazioni sull’autore, clicca qui).

Chi ha già letto qualche altro mio articolo in questo blog, sa che spesso cerco di “ostentare” la mia visione laica della vita.

E, probabilmente, mi “affanno” troppo a farlo per non ammettere una frase che mi sono sentito dire da un mio carissimo amico che stimo tantissimo come uomo e che è, anche, molto impegnato nella chiesa cattolica. Lui mi ha detto, più di una volta: “Renato, sei più cristiano tu che tanti altri che credono di esserlo”.

Tutto sommato, non è che possa dargli tutti i torti, anche perché (ma non sono solo questi i motivi) sono battezzato, da bravo ragazzino ho frequentato il catechismo, ho fatto la prima comunione, la cresima, mi sono sposato in chiesa, ho fatto battezzare mia figlia, le ho fatto fare la prima comunione e la cresima e per il momento ci siamo fermati lì, dato che ancora non ha l’età per sposarsi.

Certo se poi volessi dare una spiegazione a questo mio apparente rispetto delle buone regole religiose cattoliche, soprattutto considerando le mie reali convinzioni degli ultimi anni, non posso che ammettere che non ho fatto altro che esprimere un enorme CONFORMISMO. Sai, quella faccenda per cui fai le cose perché lo fanno tutti e non ti va di essere criticato se fai qualcosa di diverso. Insomma, pura IPOCRISIA.

Non è che abbia voglia di condannarmi tropo per quelle piccole “ipocrisie” che ho manifestato, in fin dei conti non avevo, semplicemente, voglia di mettermi a discutere con altra gente per delle c……te e, sinceramente, sono proprio convinto che, per ipocrisia anche su temi ben più spinosi, ci siano in giro tante altre persone di gran lunga peggiori di me.

Dopo questa mia spettacolare esibizione di “seghe mentali”, c’è anche da considerare che, al di là di ogni mia “acrobazia” lessicale, non potrei mai sognarmi di non risentire alcunché da una cultura cristiana che è pesantemente “invadente” nella società Italiana, per ragioni storiche più che ovvie.

Anche quando sento parlare qualcuno che si proclami ateo in Italia, diffido tantissimo della sua reale posizione.

Pertanto, non è ragionevolmente possibile che la mia psicologia, la mia cultura, che le mie idee possano essere del tutto libere da un retaggio “religioso” cristiano. Sarebbe ingenuo anche solo pensarlo.

E, tutto sommato, per me non è neppure un grosso problema ammettere di essere influenzato da certe cose. Ma, in ogni caso, ora preferisco stare a distanza “di sicurezza” dalla religione cristiana e, sottolineo, sto parlando di RELIGIONE, non sto parlando di fede o di ciò che per me è molto più importante, ovvero di SPIRITUALITÀ.

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Quindi, in tutta sincerità, mi sento abbastanza libero di possedere alcuni contenuti di pensiero che si rifanno, anche in modo “approssimativo”, alla stessa religione cristiana (e non mi dispiace, del tutto, farlo), ma mi sento altrettanto libero di poter integrare questi contenuti ad altri che derivano da diverse “tradizioni” spirituali, di diverse epoche e di diverse origini geografiche, come mi piace, inoltre, correlare tutte queste cose (e non credo che sarebbe possibile non farlo) ad un mio modo di essere, alla mia personalità (probabilmente abbastanza “introversa”, nel senso junghiano del termine) anche sulla base di un mio bagaglio culturale fatto di tante cose, di alcune esperienze personali precedenti, di letture su diversi argomenti (spesso su temi filosofici e psicologici), su un mio modo di affrontare ogni ragionamento anche con una mentalità che, sicuramente, risente di certe mie abitudini professionali (faccio il medico e, quindi, mi ritrovo spesso a pensare secondo una metodologia logica ed un linguaggio “medichese”).

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In sintesi, mi ostino sempre a rivendicare una mia posizione ragionevolmente LAICA, pur ritenendo utile riferirmi a contenuti che possono, in una certa misura, essere considerati anche “religiosi”, dai quali voglio poi giungere ad ulteriori considerazioni personali.

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A questo punto, dopo questa premessa (tanto per cambiare) troppo prolissa comincio a parlarti di qualcosa che ha dei sicuri riferimenti “religiosi” ma che io preferisco considerare, in realtà, legata maggiormente alla normalissima natura umana. In pratica parlo del “cielo”, tenendo i piedi per terra.

Questa volta non ti propongo subito i miei soliti video musicali per utilizzarli come sottofondo per la lettura dell’articolo, in quanto voglio proporti degli spezzoni di video riguardanti tre episodi che (si narra) abbiano coinvolto tre personaggi abbastanza “famosi”.

Il primo episodio riguarda Gesù, quando si sarebbe ritrovato ad affrontare, nel deserto, Satana.

Il secondo episodio riguarda Buddha, quando avrebbe, anch’egli affrontato le insidie di una figura malefica della tradizione religiosa buddista, dal nome Māra.

Il terzo episodio riguarda, invece, Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, ovvero dell’ordine religioso dei Gesuiti, che ha anch’egli affrontato il problema del confronto con il Diavolo (tema molto importante per Ignazio, per il quale ha dedicato larga parte di sui “Esercizi Spirituali”).

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TI AVVISO

Prima di proseguire questo articolo, ti invito a sederti comodamente e accertarti non non aver null’altro da fare almeno per la prossima ora, dato che questo stesso articolo risulterà discretamente impegnativo (ti avviso, se non te la senti, lascia pure perdere e dedicati a qualcos’altro di più entusiasmante per te).

Per ognuno dei tre personaggi ti propongo di guardare un video e poi proseguirò con alcune ulteriori considerazioni.

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Il primo video è un riferimento al vangelo di Luca (4,1-13) dove si narra dell’incontro di Gesù con Satana nel deserto (video ottenuto da un interessante sito denominato Lumo Project, per il quale puoi avere ulteriori informazioni cliccando qui).

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Il secondo video riguarda la fase finale dell’incontro del Buddha con Māra, presentato in una scena tratta dal meraviglioso film “Il piccolo Buddha”, capolavoro del grande regista italiano Bernardo Bertolucci, dove si racconta la storia di un bimbo che scopre il buddhismo e la leggenda di Siddharta (per ulteriori informazioni su questo film, clicca qui)

sulla figura di Māra puoi avere ulteriori informazioni cliccando qui.

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il terzo ed ultimo video è tratto da un bel film intitolato Ignazio di Loyola (per informazioni su questo film, clicca qui) dove si presenta un incontro che lo stesso Ignazio avrebbe fatto con Satana. In realtà, data la mia sostanziale ignoranza riguardo la vera storia di Sant’Ignazio, non so se la vicenda presentata nel film, sia tratta da qualche narrazione della vita reale dello stesso santo. So, comunque, con discreta certezza che del “rapporto” con il diavolo, Ignazio si è molto occupato, per come ho già detto prima, anche con l’elaborazione dei suoi “Esercizi Spirituali”.

Per ulteriori informazioni su Sant’Ignazio di Loyola, clicca qui.

Se vuoi vedere il film completo, clicca qui.

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Perché ti ho suggerito di vedere questi tre video?

Perché mi pare che nelle tre storie ci siano alcuni elementi che li accomunano. Questo, probabilmente, non perché chi ha narrato ognuna delle tre vicende abbia avuto alcun bisogno di scopiazzare qualcosa dalle altre storie. In tal caso la storia “originale” sarebbe dovuta essere quella di Buddha, per il semplice fatto che lo stesso è nato circa 566 anni prima di Cristo (per ulteriori informazioni sul Buddha, clicca qui). Per la vicenda di Sant’Ignazio si potrebbero, in teoria, avere anche maggiori sospetti di “plagio” in quanto il capo fondatore dell’ordine dei Gesuiti è nato 1491 anni dopo di Cristo.

In realtà, dal mio punto di vista, è molto più plausibile che queste vicende presentino alcune similitudini in quanto rappresentano, semplicemente, l’espressione di una dinamica spirituale (ovvero “transpersonale”) che può risultare del tutto naturale e condivisa da ogni essere umano.

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Credo che una chiave di lettura di tutte queste vicende possa trovarsi in una frase pronunciata dalla figura di Dio, impersonata da un bambino, nella porzione finale del video riguardante Ignazio. In quella scena Dio esorta Sant’Ignazio dicendogli:

“prova a guardare il mondo con occhi nuovi”

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Ed a questo punto, provo a condividere con te, cosa mi suggeriscono tutte queste vicende. Per fare ciò riprendo a considerare la prima vicenda e lo faccio riferendomi ad un brano del Vangelo di Matteo che narra, anch’egli, di questo stesso incontro/scontro tra Gesù e Satana nel deserto, analogamente a quanto narrato da Luca nel suo vangelo (al quale si riferisce il video che ti ho presentato prima).

Il brano che ti presento, di seguito, è tratto da una versione “modernizzata” (PEV – La Parola è Vita) dei vangeli (clicca qui per leggere la fonte).

Poi Gesù fu condotto nel deserto dallo Spirito Santo, per essere tentato da Satana. Dopo un digiuno di quaranta giorni e quaranta notti in cui non mangiò niente ebbe una gran fame. Allora il diavolo tentatore lo sfidò: «Dato che tu sei il Figlio di Dio, cambia queste pietre in filoni di pane», insinuò. Ma Gesù gli disse: «No! Perché le Scritture ci dicono che non è il pane che nutre lʼanima dellʼuomo, ma è lʼobbedienza ad ogni parola di Dio ciò di cui abbiamo bisogno». Allora il diavolo tentatore lo portò a Gerusalemme sul tetto del tempio. «Poiché tu sei il Figlio di Dio, salta!» gli disse, «perché le Scritture dichiarano: “Egli ordinerà ai suoi angeli di proteggerti ovunque andrai: ti porteranno in palmo di mano in modo che tu in nessun sasso possa inciampare”». Ma Gesù replicò: «Nelle Scritture è anche detto di non tentare il Signore con stupide prove!» Poi Satana lo portò sulla cima di una montagna altissima e gli mostrò tutte le nazioni del mondo e la loro gloria. «Le darò tutte a te», disse, «soltanto se tu tʼinginocchierai per adorarmi». «Vattene di qui, Satana!» disse Gesù, «Le Scritture dicono: “Adora solo il Signore, Dio tuo. Ed ubbidisci soltanto a lui!”» Allora Satana se ne andò e vennero gli angeli a prendersi cura di Gesù.

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Ora voglio riproporti una mia rilettura (che potrai anche considerare del tutto “arbitraria” o presuntuosa, se vorrai) dello stesso brano, fatta sulla base di una mia visione più laica delle tematiche che io ritengo contenute in questa vicenda. Mi sembra, infatti, abbastanza plausibile che questa stessa vicenda narrata nei vangeli, come pure quella che ha coinvolto il Buddha o, successivamente, Sant’Ignazio rappresentino tutte delle narrazioni “metaforiche” di fenomeni psicologici e spirituali che possono coinvolgere qualsiasi persona. Ti invito, quindi, a leggere la mia rielaborazione:

Poi Gesù si isolò per fare un proprio lavoro introspettivo e meditativo per disidentificarsi dalla propria mente, da corpo e dalle contingenze che lo circondavano, al fine di acquisire piena consapevolezza di una propria identità esistenziale più profonda e vera. In tale ricerca si scontrò con ogni umana insicurezza ed ogni egoigo errore. Per un lungo periodo si dedicò esclusivamente a disidentificarsi da una propria identità legata ad ogni bisogno personale, ma giunsero dei momenti nei quali la propria consapevolezza non era ancora solida. Allora sorsero delle insicurezze e delle distorsioni mentali, per le quali Gesù stesso si chiese se fosse possibile disidentificarsi da una identità legata ai comuni bisogni umani. Ad un certo punto Gesù comprese che non sono i bisogni umani ciò che qualifica la profonda identità esistenziale dellʼuomo, ma è la consapevolezza della natura più vera e profonda della nostra Esistenza ciò che conduce ad uno stato di quiete. Ma, ancora sorsero in Gesù delle insicurezze pensando alle proprie paure. In seguito comprese che l’identificazione con le stesse paure è una distorsione mentale che ci distacca dalla consapevolezza della pura realtà esistenziale. Poi l’insicurezza si legò anche all’identificazione con le proprie pulsioni di potere ma, anche in questo caso, Gesù giunse alla piena consapevolezza della verità della Pura natura dell’Esistenza che, pur comprendendo ogni aspetto della realtà, non si identifica con ognuno di essi nella sua impermanenza, ma soltanto con uno spazio “vuoto” che non coincide ma, tuttavia, contiene tutta la realtà (pur essendone più “ampio”) presente nel qui ed ora. Ciò procurò a Gesù un definitivo stato di quiete esistenziale.

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Risulta quantomeno plausibile che le tre vicende umane considerate rispecchino tutte dei contenuti simili tra di loro e, sostanzialmente, corrispondenti tutte alle stesse tematiche che ho esposto nella suddetta rielaborazione del brano del vangelo.

In tutti i casi non si tratta altro che del dissidio interiore che l’uomo può provare nell’illusorio bisogno di conciliare aspetti esistenziali apparentemente contrastanti. In pratica si ripropone sempre la stessa tematica presente in un altro brano dei vangeli (quello dedicato all’esortazione fatta da Gesù a non voler servire “due padroni”), per come puoi verificare leggendo il mio precedente articolo, cliccando qui.

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Forse, affrontare questo tema ha un ruolo fondamentale nella vita e nella realizzazione del suo SIGNIFICATO. Almeno per chi, come me (credo, ormai, solo quel 10-15% dell’umanità) sente dentro di sé un intenso desiderio di arricchimento spirituale che, dal mio punto di vista, può anche non essere sinonimo di “religioso”.

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Dai, ce l’hai fatta, hai letto tutto l’articolo. COMPLIMENTI.

Adesso, per rilassarti, forse ti conviene ascoltare un po’ di buona musica. Ti propongo un brano di Robbie Williams che, nel video che ti propongo, canta in compagnia molto “buona” (clicca qui, per informazioni su questo artista), intitolato “Feel”.

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Per finire, come al solito, ti ricordo di “passare voce” (se vorrai) ed informare altre persone dell’esistenza del blog “QUASIZEN” (puoi, ad esempio, utilizzare i “pulsanti” in cima ad ogni articolo per condividerlo anche nei social).

Se vorrai spiegare cosa vi si può trovare, potresti accennare a quanto ho scritto in un precedente articolo che potrai trovare cliccando qui. Ti ringrazio anche per questo.

In ogni caso, sarà sempre bene considerare che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità assoluta (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

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Se, inoltre, volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Oppure, potresti anche inviare un tuo articolo che vorresti pubblicare su “QUASIZEN”.

Ciao, alla prossima (non so quando).

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