BOTTI FINALI

Articolo di Renato.

E come sempre, arrivati agli ultimi giorni dell’anno, viene voglia di fare un…

bilancio.

Ammettiamolo, lo facciamo anche perché ci piace perdere tempo con i soliti discorsi un po’ inutili, tanto perché lo fanno in tanti. Lo facciamo così come, analogamente, siamo tutti lì a farci gli auguri per il nuovo anno, perché lo fanno tutti, pur sapendo che probabilmente non accadrà nulla di così clamoroso nella nostra vita che si differenzi, realmente, da ciò che abbiamo già vissuto nell’anno passato o, anche, negli anni precedenti. .

Ma prima di proseguire con le mie successive riflessioni su questo fine anno, ti suggerisco di continuare a leggere questo stesso articolo, ascoltando un sottofondo musicale. Ti propongo qualcosa che si discosta nettamente dal tono un tantino “grigio” delle mie prime affermazioni che hai appeno letto. Non escludo che è anche a causa della mia età che non riesco a aspettarmi che nel prossimo anno possano accadere chissà quali cose “rivoluzionarie” che lo renderanno straordinario (almeno per me).

I giovani, invece, loro sono molto più bravi a “sognare”, è la loro forza (e meno male che la possiedono), sono capaci di credere nelle “rivoluzioni” o, almeno, erano capaci di crederci in passato, tanto da farci anche delle bellissime canzoni, come “Revolution” dei Beatles (dubito che qualcuno non conosca questo gruppo, ma per ulteriori informazioni su di loro puoi cliccare qui).

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Riprendo ad offrirti qualche spunto di riflessione sul fine anno (o su l’anno nuovo, che dir si voglia).

Ammettiamolo, in tanti ci sforziamo di fare dei gran “sorrisoni”, recitando la parte degli inguaribili ottimisti e sperando che nella nostra vita arrivi un punto di “svolta”, dato che, in realtà, non siamo sufficientemente soddisfatti del bilancio di ciò che abbiamo già vissuto.

Tuttavia, non credo che questo stato d’animo sia presente in tutti. Voglio credere che ci sia tanta altra gente pienamente soddisfatta di ciò che è già capitato nella loro vita e che sono entusiasti e profondamente fiduciosi per ciò che accadrà nel loro futuro.

Fino a qualche tempo fa stentavo a crederlo, ma recentemente sto cominciando a convincermi che può esistere questo stato di “beatitudine” in tante altre persone. Credo che non sia corretto negare la capacità di sentirsi felici a chi ha la fortuna di esserlo. Negarlo, forse, potrebbe essere solo espressione di una profonda invidia nei loro confronti.

In realtà non esiste alcuna prova che dimostri l’assenza della Felicità.

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Non serve negare la Felicità di chi l’ha già raggiunta solo perché chi ne è, ancora, alla ricerca può provare un sentimento di rabbia o vivere, anche, un senso di colpa, la “colpa” di non sentirsi Felici.

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Forse neghiamo (almeno io lo faccio spesso) che qualcuno possa sentirsi felice, solo perché ci vergogniamo un po’ di desiderare questa “benedetta” felicità.

Ma, probabilmente, il senso della vita sta proprio in questa stessa insensata “ricerca” della Felicità anche se, alla fine, ci si può rendere conto di “possederla” da sempre, proprio nel momento in cui si cessa di “cercarla”.

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Forse, basta solo accorgersi che non esiste una Felicità da cercare.

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Quindi, chissà, non è escluso che nel nuovo anno le cose non andranno, poi, così male come, in realtà, non è andato male neppure l’anno passato.

Certo, questo è più chiaro per chi è già Felice, invece a chi (come me) non è ancora sicuro di esserlo, non resta che fare i “botti” di fine anno per scacciarlo via, sperando che arrivi qualcosa di meglio dopo.

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Concludo ricordandoti che tutto ciò che hai appena letto sono, soltanto, delle mie idee, basate anche su mie esperienze personali.

Ti invito, quindi, a considerare sempre che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità assoluta (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

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Se tu volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Potresti anche inviare ogni tua riflessione che vorresti pubblicare su “QUASIZEN” (potrai chiedermi di farlo).

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Ciao, alla prossima (non so quando).

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