
Prima di invitarti a leggere questo articolo, anche questa volta, come faccio sempre in tutti gli articoli di questo blog, ti suggerisco di ascoltare un po’ di musica che ti possa dare sollievo dalla fatica della stessa lettura.
Oggi ti propongo un brano di Plan B (di cui puoi avere più informazioni, cliccando qui).
Il suo titolo è “She Said”
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Oggi, per me, è la giornata mondiale del narcisismo, è l’apoteosi della presunzione.
Mi sono messo in testa di intraprendere una “missione” (ovvero una “impresa titanica”). Ho deciso di scrivere la maggior parte delle cose che penso riguardo la medicina e la cura di ogni malattia.
Dimmi tu se non sono un gran presuntuoso!
Ho l’ambizione di dire tutto quello che realmente conta sul tema della cura nell’epoca e nel mondo in cui concretamente viviamo.
Non lo farò attribuendomi alcuna autorità o alcuna carica “speciale”.
Tuttavia, ritengo (sempre con tutta la presunzione del caso) di poter rivendicare tutta l’autorevolezza legata al tempo che ho dedicato (anni) alle mie riflessioni, alla concretezza della mia esperienza professionale e, cosa più importante di tutte, alla sincera consapevolezza di non essere detentore di alcuna “Verità”.
Così come tutte le altre cose che troverai scritte in questo blog non rappresentano alcuna Verità (per capire cosa intendo, puoi leggere un mio precedente articolo, cliccando qui), anche tutte le cose espresse nei prossimi articoli che dedicherò al tema della cura sono, esclusivamente, delle idee personali per le quali mi attribuisco ogni responsabilità e che non rappresentano, pertanto, alcuna enunciazione espressa da qualsiasi altra istituzione pubblica o privata.
Ciò detto, un forte rischio che non mi piacerebbe correre, nell’intraprendere tale “missione”, è quello di limitarmi a fare un semplice “monologo”, un discorso dall’alto di un pulpito sul quale non sento di trovarmi.
La mia reale intenzione è quella, invece, di contribuire ad un aperto dibattito tra tutti coloro che si sentiranno coinvolti nelle ulteriori riflessioni che si possono fare su questi stessi temi. Spero, in definitiva, di riuscire ad essere solo un semplice “pungolo” e di favorire, anche, la formulazione di eventuali “correttivi” a ciò che potrai leggere nei miei articoli.
Fatte tutte queste noiose premesse, anche un tantino da “parac…” (volevo dire “paracadutista”), adesso cominciamo ad entrare, finalmente, nel merito del discorso.
Ho già detto che voglio parlare di “cura”, ma la cura alla quale mi riferisco, in particolare, è quella cosiddetta palliativa.
Voglio affrontare questo argomento per una serie di motivi tra i quali c’è la mia profonda convinzione che parlare di cure palliative serve a capire cosa si può e deve intendere per qualsiasi altra cura, mentre parlare genericamente di cure non coincide, necessariamente, con quanto si può e deve pensare per le stesse cure palliative.
Un altro motivo che, ovviamente, mi spinge a parlare di cure palliative è che io faccio questo per lavoro, ovvero sono un medico (che prima faceva il neurologo) che si occupa di cure palliative, sia seguendo i pazienti a domicilio che accogliendoli in un Hospice.
Data la natura di ciò che mi accingo a trattare e la sua ovvia relazione con un altro tema, un tantino “scomodo”, come la morte, non mi sorprenderebbe che, a questo punto, non ci sia nessuno che abbia realmente voglia di continuare a leggere altre cose su questo stesso tema (le cure palliative, che orrore!), sentendo improvvisamente anche tanta voglia di fare qualche gesto scaramantico con le proprie mani.
In tal caso, pazienza, scriverò delle cose del tutto inutili, perché non le leggerà nessuno.
Se, invece, ci sarà qualcuno che abbia, almeno un po’, la curiosità di scoprire perché ho pensato di intitolare con il termine “SUPERCAZZOLE” tutti gli articoli dedicati a questo argomento, dovrà aspettare che io lo spieghi in uno degli stessi articoli che proporrò prossimamente.
So già che ti chiederai, ancora, perché faccio tutto ciò? L’ho già detto: perché oggi è la giornata mondiale del narcisismo.
Oppure NO…
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Ti ringrazio, quindi, della tua attenzione e sono fiducioso sul fatto che avrai voglia di leggere gli altri articoli che seguiranno su questo stesso tema.
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Come al solito concludo ricordandoti che potresti anche (perché no) “passare voce” ed informare altre persone dell’esistenza di QUASIZEN (puoi, ad esempio, utilizzare i “pulsanti” in cima ad ogni articolo per condividerlo anche nei social).
Se vorrai spiegare cosa vi si può trovare, potresti accennare a quanto ho scritto in un precedente articolo che potrai trovare cliccando qui. Ti ringrazio di cuore anche per questo.
Se, inoltre, volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com
Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se proprio ci tieni, anche qualche insulto).
Ciao, alla prossima (non so quando)
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