Prima che tu cominci a leggere questo articolo, ti invito ad ascoltare un brano di Beyoncé (se vuoi conoscerla meglio, clicca qui) che ti potrà fare compagnia durante la stessa lettura.
Il brano che ti propongo è “Single Ladies”
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Ora passiamo ad occuparci del tema di oggi: i miti.
Un mito, ad esempio, è stata Moana Pozzi (se vuoi conoscerla meglio, clicca qui).
È stata un mito per tutti quelli che l’hanno potuta vedere “all’opera” in quei film, degli anni ’80 (dell’ormai secolo scorso), vietati ai minori dove era protagonista. Una professionista, una donna che ha donato tutta la sua “bravura” per la gioia di tanti (gioia sia di quelli che “recitavano” con lei che di quelli che spendevano i loro soldi per vedere i suoi film).
A quei tempi non esistevano i vari YouPorn, facilmente accessibili come oggi, e se un ragazzino voleva vedere certe cose doveva aspettare di diventare maggiorenne, per pagare il biglietto al cinema (a meno che il gestore dello stesso cinema non “chiudesse” un occhio sull’età dei propri clienti) oppure aspettare che a casa non ci fossero mamma e papà per guardare, in gran segreto, una videocassetta VHS (chi si ricorda ancora delle videocassette alzi la mano) con un film di Moana.
Ed io…
… io NO, io non andavo al cinema per adulti e non potevo, neppure, guardare certi VHS a casa. Quindi Moana è uno di quei miti che ho conosciuto solo per fama e per qualche sua pudica “comparsata” televisiva (che peccato!).
Al massimo ho potuto apprezzare la sensualità di altre attrici che recitavano nei film che si potevano vedere in TV.
Altri miti del cinema italiano: Ornella Muti, Edwige Fenech, Laura Antonelli, Gloria Guida ed altre bellissime donne che, tante volte, hanno espresso tutta la loro “bravura” cinematografica anche se in modo decisamente meno “estremo” della grande Moana.
A parte ogni mia sciocca “ironia”, è doveroso riconoscere la netta differenza tra quello che faceva Moana e quello che facevano altre attrici, non così esplicite nell’offrire il proprio corpo al gusto “bavoso” del pubblico maschile.
Ma dopo questa mia premessa sulle belle attrici italiane del passato, quello di cui voglio parlare oggi, in realtà, è che ognuno di noi considera certi personaggi famosi come dei miti, persone che, per un motivo o per un altro, ricorderemo finché campiamo, gente che lascia il “segno” nelle nostre menti. Personaggi con i quali, talvolta, ci siamo anche identificati o che abbiamo considerato, quasi, dei “mentori” da seguire nella nostra vita.
Cantanti, attori, personaggi televisivi sono diventati gli “eroi” della nostra vita (se ci accontentiamo di poco).
Ad esempio, un attore che io ho sempre adorato è stato Robin Williams, per come ho già affermato in un precedente articolo (per rileggerlo, clicca qui). Ho sempre adorato i personaggi che ha interpretato nei diversi film nei quali è stato protagonista.
Oltre che considerare certi miti del cinema, anche nella musica (che “consumo” praticamente di continuo) ho trovato altrettanti miti di grande rilievo. Ad esempio, penso che sia più che evidente come, per me, un mito della musica possa essere considerata Beyoncè, una cantante che apprezzo moltissimo per le sue capacità canore (e non solo). Infatti, oltre che in questo articolo, l’ho già proposta in un precedente articolo di QUASIZEN (clicca qui, per rivederla).
Ma un altro personaggio che, nel tempo, ho imparato ad apprezzare immensamente è stato Franco Battiato (se vuoi conoscerlo meglio, clicca qui).
Per me, Battiato è un enorme mito!
Così come con Robin Williams, sento di essere in grande sintonia con ciò che è stato Franco Battiato.
Sento una sorta di “risonanza” con questi personaggi.
Ciò che, in particolare, mi attrae di Battiato è la sua grande spiritualità (sulla sua musica non è necessario che mi pronunci).
Sento di condividere tante delle sue affermazioni riguardo la stessa spiritualità.
Battiato, alla domanda su a quale religione si sentisse legato, in quale si identificasse, rispondeva: “in nessuna, la mia mente non accetta codificazioni, non resiste alle categorie. Accolgo per sintonia le illuminazioni che mi giungono dalle diverse parti, da Buddha a Maometto, e trovo la coerenza in me, giorno per giorno. E’ un cammino continuo, dove niente è assodato, statico. Quando qualcosa, un pensiero o un’intuizione mi fa vibrare, la raccolgo e la trattengo. La custodisco”.
Ed ancora, alla domanda se si ritenesse cristiano, ebreo, musulmano o buddista, Battiato rispondeva: “tutto insieme. Sono un po’ di tutto. Ho appreso tutto ciò che nelle altre religioni corrisponde a come sono adesso. Le religioni impongono delle visioni e delle regole, ma mica tutto quello che dice il Vaticano è da seguire”.
Sarà che noi siciliani (lo sono anch’io, orgogliosamente) abbiamo alle spalle una storia “difficile e magnifica” come quella di certi popoli orientali, ma è innegabile che la nostra visione della vita e del mondo, spesso, è più prossima a quella di tali popoli che non a quella di altri nostri connazionali.
Sarà che Battiato era siciliano come me oppure sarà che, talvolta, ci può essere una certa affinità spirituale che può legare gli uomini di qualsiasi parte del mondo.
Certo è che le sue parole risuonano con ciò che io (in modo nettamente più modesto) penso ed ho anche scritto nel precedente articolo di QUASIZEN (che puoi rileggere, cliccando qui).
Non mi permetto di paragonarmi ad un grande come Battiato, sarebbe ridicolo farlo, ma ho grande ammirazione per quell’uomo sia sul piano artistico che sul piano spirituale.
Ecco perché un’idea, un “sogno” che, infatti, mi frulla nella testa da un po’ di tempo, se fosse mai possibile realizzarlo, è che quando (tra non meno di una cinquantina d’anni) mi ritroverò in una bella bara, ci fosse un sottofondo musicale con una meravigliosa canzone di Franco Battiato che, adesso, ti invito ad ascoltare: “L’Ombra della Luce”.
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Poi, se nell’aldilà arrivasse anche una “angioletta”, semplicemente disposta a ballare come Beyoncé vicino alla mia anima, forse potrei anche sperare di riuscire a resuscitare.
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Come al solito concludo ricordandoti che, se tornerai per leggere i prossimi articoli, potresti anche (perché no) “passare voce” ed informare altre persone dell’esistenza di QUASIZEN (puoi, ad esempio, utilizzare i “pulsanti” in cima ad ogni articolo per condividerlo anche nei social). Ti ringrazio di cuore, se lo farai.
Se vorrai spiegare cosa vi si può trovare, potresti accennare a quanto ho scritto in un precedente articolo che potrai trovare cliccando qui.
Se, inoltre, volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com
Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento.
Ciao, alla prossima (non so quando)
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