MIGLIORARSI

Autore del post: Renato (per conoscermi meglio, clicca qui).

Cambiare, crescere, diventare migliori, efficienza, risultati. Compresi quei 4-5 narcisisti e megalomani che ho conosciuto in vita mia, tutti vanno dietro a certe idee.

Lo fanno anche i narcisisti, in quanto credono di essere già migliori, credono di essere gli unici a saper raggiungere determinati risultati, credono di non aver bisogno di alcun cambiamento, si sentono “perfetti” così come sono, quindi pensano che certe idee per loro siano “superflue” e le considerano necessarie solo per tutti gli altri “sfigati” del mondo.

Tantissima altra gente, invece, si avvilisce per tutta la vita, pensando ai propri “difetti” (così come i narcisisti ci tengono a nasconderli), andando alla ricerca continua di qualcosa che li faccia cambiare, migliorare. È un errore che ho fatto anch’io (parecchio in passato, adesso decisamente meno).

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Prima di continuare questo post, come al solito, ti consiglio di accompagnare la sua lettura con un sottofondo musicale.

Questa volta ti propongo una cosa un tantino insolita. È un brano che ti avevo già suggerito di ascoltare in un precedente post (per rivederlo, clicca qui). Si tratta del famoso “Hotel California” degli Eagles ma che, adesso, ti ripropongo in una versione “orientale”.

Nel seguente video questo brano, infatti, è eseguito con un tipico strumento cinese, lo Guzheng (per qualche informazione in più, clicca qui) suonato da una musicista che indossa un abito tradizionale cinese.

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Adesso continuo a fare qualche riflessione sul concetto di “miglioramento” ed a proposito di ciò, quando avrai finito di leggere tutto questo post, fino in fondo, ti farò un regalo. Confido, pertanto, nella pazienza che dedicherai alla lettura dell’intero post (forse un po’ troppo prolisso), perché potrebbe valerne la pena.

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Poverini, non è stata colpa nostra, ce lo siam sentito dire fin da piccoli che bisogna crescere, studiare, lavorare sodo per migliorare. Siamo andati tutti a scuola dove ci si dimentica di esistere come persona e si finisce col pensare di valere solo come un voto sulla pagella. Esulti quando prendi 10 e ti disperi quando prendi quel maledetto 4. Ci sono i “primi” della classe e gli ultimi, i “somari”.

Alcuni insegnanti (non tutti, forse) si divertono a fare i “giudici”, altri (non tutti, per fortuna) mettono l’etichetta sui ragazzi come si assegna la “categoria” alle uova: A, B, C.

Punteggi, prove, selezioni, esami, quiz.

È sempre stato così, lo era quando andavo io a scuola ma ora, forse, è anche peggio. Non importa se nel cervello dei ragazzi i neuroni sono tenuti in “letargo”, non importa che gli stessi ragazzi non abbiano una minima idea del perché stanno studiando, non importa che non ci si appassioni neanche un po’ per le materie.

Quel che conta è solo il voto, la media, la pagella. Basta che si sappiano compilare quei test che una volta si usavano solo per fare l’esame per la patente. Ed, infatti, tanti credono che basti studiare come si faceva per la patente (come ho fatto anch’io), quando bastava imparare a memoria i quiz (e se non capivi qualcosa non importava molto).

Ma, forse, neppure alcuni docenti scolastici vorrebbero che tutto sia così, probabilmente anche loro vorrebbero una scuola diversa.

Forse anche per loro è un’enorme CAZZATA che ci sia un ministero chiamato “dell’istruzione e del merito” (ma merito per cosa? Merito di chi?).

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In ogni caso, finita la scuola, non finisce la “gara”. Cominci a lavorare e continui a sentire parole come graduatoria, efficienza, risultato e, tanto per cambiare, merito.

Tra le parole più cialtrone di tutte, c’è proprio la tanto decantata “meritocrazia”, quella che usano i più furbi per “selezionare” le persone da far lavorare nei posti migliori, in base a certe convenienze.

E ci dicono anche che è importante la “crescita” economica, il PIL, lo SPREAD e tutte le CAZZATE per le quali abbiamo il dovere di lavorare. Soprattutto lavoriamo per pagare le rate di tante cose, compresa la macchina che in tanti usano solo per andare a lavorare.

Poi torniamo a casa e guardiamo la TV e cosa troviamo?

Quiz, gare, concorsi, scontri, litigi, guerre.

Chi è il migliore? Chi è il più forte.

Tutti andiamo dietro a queste CAZZATE!

E, magari, hai anche la sorte di incontrare qualche persona TOSSICA, come è capitato anche a me. Incontri qualcuno che ha la propria biografia scritta nei manuali di psichiatria.

Ti può capitare di incontrarla a lavoro o in qualsiasi altro posto. Una persona che ha costruito tutto il (meschino) valore della propria vita su quelle stesse idee, pretendendo anche di imporle agli altri, prepotentemente e con violenza.

Ti può capitare di incontrare una persona talmente TOSSICA che sa solo rovinare la giornata a chiunque le stia vicino e che potrebbe distruggere la tua esistenza.

A me è capitato ed ho sofferto tanto, troppo, ma, ringraziando Dio, alla fine, questa persona così TOSSICA è sparita dalla mia vita, l’ho fatta sparire. Ci sono riuscito anche grazie al supporto di chi mi vuole veramente bene e di chi mi è stato vicino con vera amicizia, della quale sarò SEMPRE grato.

Forse, un giorno, potrò perdonare quella persona estremamente TOSSICA che ho avuto la sorte di incontrare, ma dimenticare MAI!

Tuttavia, la cosa più importante, in realtà, sarebbe che proprio quella persona riuscisse a perdonarsi tutte le cazzate che ha fatto in vita sua e che l’hanno portata ad essere SOLA, abbandonata da tutti quelli che l’hanno detestata.

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A parte il nevrotico fanatismo di certe persone, per un motivo o per un altro, tanti altri si fanno influenzare da molte idiozie per anni, anche per sempre.

Anch’io, in una certa misura, l’ho fatto per buona parte della mia vita ma, ringraziando Dio, ora sto cominciando a lasciar perdere certe CAZZATE.

Il “miglioramento” è un concetto fra i più idioti della nostra società. Su questo concetto si basano un’infinità di “costrutti” psicologici e sociali che dominano la nostra vita. Ma la verità è un’altra.

La verità è che…

non c’è nulla da migliorare in ognuno di noi.

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La verità è che una farfalla non è migliore di un bruco, perché nel bruco c’è già tutta la perfezione della farfalla.

La verità è che l’acqua disseta o allaga, così come il fuoco riscalda o brucia. Non c’è nulla di buono o cattivo in assoluto, non c’è nulla di giusto o sbagliato in assoluto.

Un delfino non sa volare ed un’aquila non sa nuotare e nessuno è migliore o peggiore dell’altro.

La luna ha sempre due facce, una alla luce e l’altra nel buio, ma la luna è sempre solo la stessa.

Ognuno di noi non ha pregi e non ha difetti, ognuno…

è solo quel che è!

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Quel che sembra un tallone d’Achille in un determinato contesto, può risultare un punto di forza in un’altra situazione.

L’aquila o il delfino non devono (e non possono) far nulla per “migliorarsi”, ognuno di loro è perfetto nella loro natura, è perfetto nel contesto per il quale sono nati, lo sono fin da cuccioli e lo saranno fino al loro ultimo respiro.

È, semplicemente, la nostra mente che crea tutte quelle idee legate all’illusione del “miglioramento”.

La mente crea i giudizi, le classifiche, i confronti. Sono soltanto nostre invenzioni, tutte utili solo a rovinarci la vita.

Ma cosa vuoi che contino tutte quelle CAZZATE nel meccanismo complessivo dell’universo. Cosa vuoi che significhino certe parole per Dio. E non mi riferisco certo ad un nonnino, con la barba bianca, che “zompetta” tra le nuvole, indossando una tunica bianca, non è quello il Dio al quale penso.

In realtà Dio non può essere neppure pensato perché è tutto ciò che c’è di Assoluto nell’esistenza di ogni cosa. Non è certamente il Dio delle cattedrali e delle cerimonie religiose.

È molto più probabile che Dio non ci giudichi, ma semplicemente ci osserva attraverso i nostri stessi occhi, con amorevole indifferenza.

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Ecco perché l’idea del “miglioramento” è fra le più grosse “MINCHIATE” presenti nelle nostre menti ed, alcuni anni fa, quando andavo dietro a queste stesse minchiate in misura estremamente maggiore di quanto non continui a farlo adesso, mi sono imbattuto in un blog creato da una persona piuttosto interessante.

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Quel blog si chiama ZEN HABITS (se vuoi trovarlo, clicca qui), è in lingua inglese ed in esso il suo autore, Leo Babauta, offre innumerevoli consigli su come semplificare tanti aspetti della vita, come renderla più significativa e come mettere in pratica, con successo, alcune buone abitudini (HABITS).

Nel febbraio 2009, la rivista Time ha giudicato “Zen Habits” uno dei 25 migliori Blog per quell’anno e nel giugno 2010, lo ha classificato in cima alla stessa lista.

Leo Babauta è anche autore di molti libri e, tra questi, forse il più importante s’intitola “ZEN TO DONE”, pubblicato nel 2007. Ritengo che questo libro sia fra i migliori che io abbia mai letto su un tema che mi ha sempre entusiasmato…

IL TIME MANAGEMENT

E nei prossimi post che dedicherò proprio a questo tema farò, sicuramente, riferimento anche a quel testo.

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Ma adesso voglio offrirti qualcos’altro che ha a che fare con Leo Babauta.

Circa 10 anni fa, ho tradotto un post del blog Zen Habits, facendolo diventare un “librettino”, intitolato: “MANUALE PER LA VITA – Consigli per la felicità e la produttività”, così da poterlo leggere in modo più agevole (essendo io un tantino “debolino” con la lingua inglese).

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Adesso ho deciso di regalarti il file pdf che avevo creato di quello stesso librettino che, se lo desideri, potrai scaricare cliccando qui.

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Spero che lo leggerai con curiosità. Ma, mi raccomando, non pensare di poter migliorare grazie ad esso. Ricordati sempre che non c’è nulla da migliorare in te!

Un albero NON È un seme migliorato.

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Questo non significa che sia stato assurdo aver cercato un miglioramento, anche per molti anni (come ho fatto anch’io). Il fatto è che si raggiunge la “perfezione” solo quando ci si accorge, realmente, che si era già perfetti all’inizio della stessa ricerca.

Forse è proprio questo un significato del simbolo zen denominato “enso”, rappresentato da un cerchio nel quale l’estremità finale dello stesso cerchio raggiunge (come in tutti i cerchi) la propria estremità iniziale.

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In relazione a tutto ciò che hai letto, voglio concludere raccontandoti una storiella:

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Un uomo chiese ad un maestro Zen: “Cosa facevi prima di illuminarti?”.

Il maestro disse: “Ero solito tagliare la legna e prendere l’acqua dal pozzo”.

Di nuovo l’uomo chiese al maestro: “E cosa fai adesso che ti sei illuminato?”.

Il maestro rispose: “Taglio la legna e prendo l’acqua dal pozzo”.

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Se quello che hai trovato in questo post ti potrà essere utile, spero che ciò possa indurti a tornare a leggere i prossimi articoli del blog ‘‘QUASIZEN” che troverai digitando il suo indirizzo: http://www.quasizen.it/

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In ogni caso, voglio sempre ricordarti che tutte le cose che hai appena letto sono per lo più delle mie idee o, comunque, basate anche su preferenze, esperienze ed intuizioni personali.

Ti invito, quindi, a considerare sempre che tutto ciò che si legge in questo blog non rappresenta, in alcun modo, alcuna Verità valida per tutti (per come ho già spiegato in un altro articolo che potrai rileggere, cliccando qui).

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Se tu volessi contattarmi lo potrai fare scrivendo a quasizen.mail@gmail.com

Accetterò ogni commento, giudizio o suggerimento (e, se non riesci proprio ad evitarlo, anche qualche insulto). Potresti anche inviare ogni tua riflessione che vorresti pubblicare su “QUASIZEN” (potrai chiedermi di farlo).

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Ciao, alla prossima (non so quando).

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